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Marò rischiano pena di morte Governo tecnico li abbandona

India, due militari italiani accusati dell'omicidio di due pescatori. Tensione Roma-Nuova Delhi: perché il ministro Terzi non è là?

Lucia Esposito
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E' diventato un complicato caso diplomatico l'arresto di due marò da parte delle autorità indiane accusati di aver ucciso du pescatori. Per la marina militare e la Farnesina la nave ha sventato un attacco pirata nel Kerala, costa meridionale dell'India. Le autorità indiane, invece, ritengono che i militari a bordo della motonave abbiano sparato a un peschereccio uccidendo due pescatori. Ma sono tante le incongruenze e i racconti che non coincidono. Per fonti vicine agli inquirenti che si stanno occupando del caso è ancora da provare il collegamento tra il tentativo di pirateria sventato e la presenza di due pescatori uccisi su un peschereccio indiano. In ogni caso, si tratterebbe di un tragico incidente avvenuto in acque internazionali, dove vige, quindi, la giurisdizione dello Stato di bandiera della nave. "Mario, vola in India e tira fuori i marò". Pietro Senaldi su LiberoTv   Il ministro degli Esteri - Il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, auspica una "maggiore collaborazione" con il governo di New Delhi, una collaborazione che possa risolvere la crisi.   "Allo stato delle cose ci sono considerevoli divergenze di carattere giuridico": ha osservato il ministro, a margine del vertice dei ministri degli Esteri del Mediterraneo Occidentale a Villa Madama. "E non credo - ha osservato ancora il capo della diplomazia italiana - si sia sviluppata quella collaborazione tra lo Stato federale indiano e lo Stato italiano che sarebbe invece veramente auspicabile e consentirebbe una via d'uscita in tempi rapidi".  Il ministro ha comunque assicurato che il governo intende "mettere in atto tutti gli sforzi per risolvere rapidamente" la crisi.  Il rischio che le elezioni locali influiscano sulle indagini "me lo ha indicato nella conversazione che ho avuto con lui il ministro degli Esteri Krishna", ha dichiarato Terzi, spiegando che le elezioni "indubbiamente influiscono sulle emozioni della cittadinanza". Per il ministro "vi sono degli elementi che non sono stati finora considerati da entrambi i livelli di governo", come il fatto che "la nave italiana si trovava a 32 miglia nautiche dalla costa, di conseguenza ampiamente in acque internazionali", e che "gli incidenti sono stati almeno due in quella zona di mare ad orari diversi". Per questo, ha spiegato Terzi, l'Italia sta insistendo per proseguire le consultazioni a New Delhi. Ci si chiede perché il ministro non sia ancora partito per l'India.  Le incongruenze -   Tra le incongruenze allo studio degli inquirenti, anche gli orari e la posizione del mercantile. La segnalazione del tentativo di abbordaggio è stata fatta dalla petroliera italiana alle 16 ora locale. Mentre la morte dei due pescatori sarebbe stata riportata poco prima delle 22. Alle 21.50, invece, sarebbe stato segnalato un altro attacco di pirateria da parte di una petroliera alle 21.50, ore locali, a largo di Kochi, messo a segno da due imbarcazioni con 20 persone a bordo, con le quali la polizia marittima locale indiana sembra che abbia avuto uno scontro a fuoco. Quindi la morte dei pescatori potrebbe essere riferita a questo secondo caso. La posizione della 'Enrica Lexie', inoltre, differiva di più di 5 miglia nautiche (10 km circa) da quello che è stato segnalato come punto dello scontro. Al vaglio degli investigatori ci sono anche le testimonianze dell'equipaggio del mercantile che ha affermato che il peschereccio con i pescatori morti sarebbe diverso, per forma e colore, da quello avvistato. Pena di morte - I due militari italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono detenuti conformemente a quanto prevede l'articolo 302 del  Codice penale indiano, che riguarda gli omicidi prevede fino alla pena di morte. E' quanto ha dichiarato al Times of India (Toi) Padma kumar, ispettore generale di polizia del distretto di Ernakulam. Latorre e Girone, si legge sul sito del quotidiano, sono sotto la custodia della polizia di Kerala a causa del presunto coinvolgimento nell'omicidio di due pescatori indiani.  I due marò che erano a bordo dell'Enrica Lexie e che sono accusati dell'omicidio di due pescatori indiani al largo delle coste del Kerala compariranno oggi, 20 febbraio,  dinanzi al magistrato. Lo scrive la stampa indiana. "Saranno consegnati alla polizia di Kollam e portati dinanzi a un giudice", ha detto una fonte della polizia. I due militari, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, sono sotto custodia della polizia militare della marina indiana e, dalla nave, erano stati trasferiti nel circolo ufficiali della Polizia centrale (Cisf) del Kerala nell'isola di Wellington, vicino Kochi, dove sono stati interrogati dal capo della polizia. La competenza - La Farnesina domenica ha ribadito con chiarezza che il caso deve essere trasferito alla magistratura italiana perchè è avvenuto in acque internazionali, su una nave che batte bandiera italiana e che i due militari, membri del battaglione San Marco della Marina, godono dell'immunità.   In attesa di ulteriori sviluppi, secondo fonti del porto di Kochi, la petroliera italiana sarà oggi trasferita all'ancoraggio esterno, ma sempre all'interno del porto: il cargo attualmente è al primo terminal petrolifero, ma ostacola lo scarico delle altre petroliere.  

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