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L'editore non paga i conti: nemmeno a Travaglio

Lo strano caso di 'Editori Riuniti': pubblica i libri dei cantori di Mani Pulite ma non versa i diritti. Marco aspetta 100mila euro

Andrea Tempestini
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«Cavaliere, dove ha preso i soldi?», si domandavano nel 2001 Elio Veltri e Marco Travaglio nell'incipit del libro “L'odore dei soldi”, pubblicato da Editori Riuniti. Oggi, però, gli autori dell'inchiesta sulle fortune di Silvio Berlusconi (e non solo loro), si stanno ponendo un altro quesito: «Dove sono i nostri soldi?». Perché la casa editrice in questione, che negli anni è si è distinta per la pubblicazione di titoli di denuncia e di testi antiberlusconiani, non ha ancora pagato i diritti agli autorevoli scrittori. Nonostante le continue richieste, dei soldi nemmeno l'odore. Non lo hanno sentito Travaglio e Veltri, non è riuscito ad annusarlo il presidente del Tribunale di Civitavecchia Mario Almerighi (autore del saggio “Tre omicidi eccellenti”) e neppure l'autrice di “Mai ci fu pietà”, la giornalista Angela Camuso. Proprio quest'ultima, visto il ritardo nel pagamento delle royalties, ha deciso di presentare una denuncia contro Editori Riuniti, il cui marchio dal 2009 viene utilizzato dall'avvocato Gianni Aringoli, patron del premio Capalbio. Il 19 gennaio scorso la cronista si è recata presso il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Roma e ha raccontato la vicenda. SPARITI CON LA CASSA «Ho chiamato più volte Aringoli, volevo sapere quando mi avrebbe dato i 30mila euro che mi spettano, ma si negava al telefono. È sparito senza alcuna spiegazione, ho dovuto addirittura ripubblicare il libro a mie spese. Quindi ho deciso di rivolgermi all'autorità giudiziaria». La Guardia di Finanza ha così avviato i primi accertamenti per capire se possano configurarsi ipotesi di reato nei confronti di Editori Riuniti, una casa editrice che sembrerebbe avere le casse vuote. «Mi devono ancora 110mila euro. Il mio avvocato ha chiesto il pignoramento in conto terzi, ma la mia prossima mossa sarà chiedere il fallimento della casa editrice», ha spiegato Veltri, che nel 2010 ha vinto la causa civile contro gli editori che avevano ristampato “L'odore dei soldi” senza chiedergli l'autorizzazione. E il Tribunale di Roma gli ha dato ragione, disponendo il ritiro dal mercato di una parte delle copie. Ammonterebbero a circa 100mila euro, invece, i crediti vantati da Travaglio, che però non ha sollevato alcuna polemica con il patron del premio Capalbio. «Si tratta della vecchia gestione, ormai c'ho perso le speranze», ha detto il giornalista.  Migliaia e migliaia di euro mai pagati, dunque, nonostante i titoli in questione abbiano venduto copie su copie. E allora, che fine hanno fatto i soldi? La vicenda è alquanto singolare e probabilmente lascerà più d'un autore a bocca asciutta, soprattutto quelli, come Veltri, che con i loro testi hanno contribuito a incrementare le finanze degli Editori Riuniti. "SALDEREMO TUTTI" «Stiamo facendo i conteggi, poi pagheremo», spiega l'avvocato Aringoli, il quale ha sottolineato che un ramo della vecchia Editori Riuniti «è fallito» e l'altro «è in liquidazione. Io ho un contratto per l'utilizzazione del marchio e pagherò solo le nuove pubblicazioni fatte sotto la mia gestione». Al momento non è dato sapere quando l'avvocato sborserà i soldi. E neppure, qualora fossero vere le accuse che gli vengono mosse, quando salderà il conto al ristorante Lupacante di Orbetello, dove il patron del premio Capalbio ha organizzato diverse cene che, secondo il proprietario del locale, Franco Bistazzoni, «ha pagato con assegni scoperti. Mi deve circa 15mila euro». di Rita Cavallaro

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