La Rai ha ucciso il Festival Terremoto ai vertici
Il direttore artistico Mazzi lascia dopo sette anni. Poi alla Lei: "Adriano non è un delinquente". Morandi attacca: "Nessuno ci ha detto bravi"
Mazzi, Mazza, mazzate sul Festival allo sbando. Sì, ora è ufficiale: la Rai ha ucciso la kermesse di Sanremo, a cui resta soltanto l'attesa per il nuovo sermone di Adriano Celentano, che calchera il palco dell'Ariston alle 22.15 di stasera. Le polemiche sono assicurate, ma nel frattempo prosegue la lotta fratricida nella televisione di Stato, una guerra che ha iniziato a mietere le prime vittime. In ordine: il conduttore e pilastro della kermesse, Gianni Morandi, ha lasciato intedere che lui, il Festival, non lo condurrà mai più, e Lucio Presta, il potente manager dei divi, lo seguirà a ruota. Ma l'annuncio più pesante è quello di Gianmarco Mazzi, direttore artistico di Sanremo da sette anni: "Considero concluso questo mio percorso al Festival che è durato sette anni". Una rottura bella e buona, sancita dalla chiosa: "Domani alla conferenza stampa di bilancio non ci sarò". Frasi che hanno seguito i durissimi pareri sul direttore generale Lorenza Lei, accusata di guardare a Celentano come a un "delinquente senza qualità". "Non è un delinquente" - Mazzi ha poi cercato di gettare acqua sul fuoco spiegando che la sua è "una decisione che avevo preso prima di iniziare Sanremo, un mese fa. Non è una decisione presa su una spinta emotiva. Nessuno mi ha chiesto le dimissioni", ha voluto chiarire il quasi-ex direttore artistico, il cui contratto è in scadenza con questa 62esima edizione del Festival. Mazzi non cela però tutta la sua amarezza per la dichiarazioni, il monito, diffuso venerdì sera dal direttore generale della Rai, Lorenza Lei, che in vista del nuovo pippone di Celentano (un'altra mezz'ora in cui avrà ancora carta bianca), aveva preso carta e penna per chiedere "buonsenso" ed esprimere l'auspicio che "non sia necessario, al termine del Festival, procedere a iniziative conseguenti a violazioni contrattuali". Mazzi ha spiegato che la nota della Lei "mi ha dato dispiacere, molto dispiacere. Sembra che io abbia portato anziché un grande artista, un delinquente senza qualità. E inceve - ha detto rivolgendosi al direttore di Rai 1, Mauro Mazza - dovreste dire che sono quattro anni che faccio un Festival di qualità che fa grandi ascolti. Lo dovete dire, voglio che lo diciate. Dovete dire che Celentano è qualità e ascolti. Se non lo dite c'è qualcosa che non va" (frasi sposate in toto da Gianni Morandi che ha dichiarato: "In effetti anche io pensavo che qualcuno dicesse: Bravi, avete porato Celentano a Sanremo. Ma anche: Bravi per come sono andate le altre sere"). Si dissocia pure Mazza - Insomma, che la decisione di effettuare un passo indietro Mazzi l'avesse già maturata prima della kermesse e prima delle roboanti polemiche che l'hanno circondata risulta difficile crederlo. Ma per il direttore artistico il clima è troppo pesante, l'atmosfera ora è irrespirabile. Tanto che, in conferenza stampa, poco prima del suo intervento era stato il direttore di rete Mazza a dissociarsi dalla sua linea per seguire quella del dg Lei. "I contratti - ha spiegato Mazza riferendosi alla nota diffusa dalla Lei - sono il prodotto di percorsi negoziali complessi e diversi tra loro, ma tali da garantire agli artisti di potersi esprimere liberamente, cosa che rivendico anche come prerogativa del servizio pubblico, così come, credo, sia legittimo rivendicare la libertà di dissentire e di prendere le distanze da affermazioni frutto di personali e opinabilissime valutazioni". E ancora: "Gli stessi contratti che tutelano le libertà degli artisti, garantiscono all'azienda tutti gli strumenti di tutela necessari". Quindi Mazza ha dissipato ogni dubbio, spiegando di essersi "riconosciuto appieno" nella lettera della Lei: "Avrei potuto scriverla io - ha aggiunto -: dice in perfetto italiano e in modo molto più autorevole le cose che dico da qualche giorno. Auspico che prevelga buon senso". La frase ha innescato la piccata reazione del direttore artistico Mazzi: "Ho l'impressione che per il dg Lei Celentano sia un delinquente senza qualità. Ho letto questa nota attentamente, è molto articolata e dà la sensazione che sia stata fatta da tante mani, che forse anche il direttore generale sia stato un po' forzato. Voglio pensare questo".