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Ici anche per la Chiesa ai Comuni 600 milioni

Il governo: imposta su tutti gli immobili religiosi in cui si svolgono anche attività commerciali come ostelli, scuole, cliniche

Matteo Legnani
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Il premier Mario Monti rompe gli indugi sul caso Ici-Chiesa, argomento che negli ultimi mesi ha suscitato vibranti polemiche. Il presidente del consiglio ha spiegato al vicepresidente della commissione europea Joaquin Almunia l'intenzione di mettere definitivamente ordine nella disciplina della materia, specificando i criteri che verranno seguiti. L'esenzione dal pagamento dell'imposta sugli immobili resterà solo per gli edifici di proprietà della chiesa nei quali si svolgono attività esclusivamente non commerciali, mentre sarà rivista per quegli edifici in cui si svolgono anche (seppur non prevalentemente) funzioni commerciali. In questi casi, l'esenzione dall'Ici resterà solo per quelle frazioni dell'immobile nelle quali non si svolgono funzioni commerciali. Le modifiche saranno apportate con un emendamento presentato in Parlamento. Nell'ottobre 2010 la commissione europea aveva avviato una procedura di indagine sui privilegi fiscali della Chiesa italiana. La Cei mette in guardia sulle possibili conseguenze sul mondo del no profit. E dall'Anci arriva una prima stima del gettito che entrerebbe nelle casse comunali: "Il presunto gettito che, spero, dovrebbero incassare i comuni si aggira sui 500-600 milioni di euro", ha detto il presidente dell'Associazione nazionale dei comuni italiani, Graziano Delrio.

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