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Stop a corsa Iva e giù Irpef: pacchetto fisco di Monti

Il governo lavora alla riforma con due priorità: evitare l'Iva al 23% e tagliare l'aliquota più bassa, che oggi è al 23%

Matteo Legnani
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 Iva e Irpef. Sono questi i capisaldi della riforma del fisco alla quale sta lavorando il governo Monti. L'Iva è il nervo più scoperto: aumentata già di un punto percentuale (dal 20 al 21) all'inizio di quest'anno, dovrebbe crescere di altri due punti entro ottobre e poi di un ulteriore mezzo punto nel 2014. Un intervento che avrebbe significative ripercussioni sui prezzi dei beni di consumo e andrebbe a colpire sopratutto i lavoratori dipendenti con reddito fisso medio-basso. Per questo, il governo sta "cercando" 4 miliardi altrove, in modo da eliminare del tutto lo scatto dal 21 al 23% e in seconda battuta di dimezzarlo. Il discorso Irpef è invece legato al successo della lotta all'evasione, dalla quale nel 2011 sono arrivati 11 miliardi di euro. Il premier Mario Monti, per prudenza, non ha ancora voluto diffondere le stime per il 2012 e un primo bilancio dell'andamento del gettito si potrà avere non prima di maggio-giugno. L'auspicio è che sia tale da consentire un taglio dell'aliquota più bassa, che è oggi al 23%, Di quanto, dipenderà dalle risorse, tenendo conto che il taglio di un punto percentuale "vale" 5 miliardi di euro e si riflette su tutti gli scaglioni.

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