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Monti: il default di Atene cominciato con i Giochi

Per i greci la kermesse fu l'inizio della fine: si spese il 3,9% dell'intero reddito nazionale, quindi il precipizio

Lucia Esposito
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Forse nel dire il suo no alle Olimpiadi Monti ha guardato al precedente della Grecia e alla sua situazioni attuale. Il premier ha detto infatto che la crisi greca dimostra come le Olimpiadi possano avere un impatto disastroso sui conti di un Paese».Che illusione, Atene 2004. La XXVIII Olimpiade ha le fattezze di un mostruoso ottovolante in picchiata, dal quale nessuno è riuscito a scendere. Dal 1997, anno di assegnazione dei Giochi, la Grecia e l'economia ellenica vivono una lenta e inesorabile salita, e cresce l'adrenalina: il turismo riparte, la città si trasforma. Strade rifatte, metro futuristica, traffico sparito, pulizia, nuovo porto sul canale di Corinto (700 milioni). Non si bada a spese: 8,9 miliardi di euro gli investimenti statali (1,7 dai privati), il 3,9% dell'intero reddito nazionale; 45mila uomini per la sicurezza (è la prima Olimpiade post 11 settembre e post Atocha) che richiede altri 1,2 miliardi di euro. Ed ecco che, una volta in cima alla giostra, qualcuno si accorge che la rivincita sullo scippo di Atlanta '96 è costata caro. E inizia il precipizio, otto anni a testa in giù, senza fine. Maastricht viene sforato, il rapporto debito/Pil passa al 3,2% (era 1,4% nel 2002), gli introiti dei diritti tv (1,2 miliardi) non sono sufficienti, diventa palese che lo sforzo è stato troppo, non bastano più i sorrisi di Gianna Angelopoulos, volto brillante e abbagliante  di un Comitato organizzatore che ha dissanguato il Paese. Illudendo. Perfino la BBC c'è cascata. Ecco quanto sostenevano gli “esperti” britannici: «In questi anni la penisola ellenica ha avuto occasione di formare, in preparazione del grande evento, molto personale specializzato quanto a padronanza delle lingue e delle telecomunicazioni. Un investimento in proiezione futura, tante persone di alto livello culturale a disposizione anche dopo Atene 2004, garantendo una prospettiva di sviluppo ulteriore per le giovani generazioni». E infatti oggi la Grecia sta fallendo, un under 24 su due è a casa e la disoccupazione (ultimi dati di novembre 2011) ha toccato il record del 20,9%. Forse non è un caso che proprio gli inglesi vedessero tutto bello. Loro che per Londra 2012 hanno già raddoppiato il budget per le cerimonie da 41 milioni di sterline a 81, e quello della sicurezza è volato da 271 a 553 milioni di sterline (quasi 650 milioni di euro), circa il doppio di quanto preventivato l'anno scorso. loto

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