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La crisi non tocca gli stranieri il 44% ha il posto fisso

Gli immigrati si accontentano di mansioni non adeguate al loro titolo di studio. Il 64 per cento ha un contratto a tempo indeterminato

Giulio Bucchi
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Crisi in Italia, ma non per gli stranieri che ci vivono. Per loro, il posto fisso c'è anche se vengono pagati di meno e in media lavorano in orari più ostici. Lo sottolinea un'analisi della Fondazione Leone Moressa, che ha confrontato la struttura occupazionale straniera con quella italiana in età tra i 15 e i 30 anni nel primo semestre 2011. In genere, a premiare gli stranieri anche il fatto che si accontentano di mansioni non adeguate al loro titolo di studio. Crisi al nord - In Italia il 44,5% dei giovani stranieri (455mila) è occupato e il 17,2% disoccupato (95 mila) contro, rispettivamente, il 32,5% e il 20,4% degli italiani. In molte delle regioni del Nord e in alcune del Centro la disoccupazione è più elevata tra gli stranieri che tra gli italiani. In Veneto, ad esempio, se per gli italiani under 30 la disoccupazione è al 10,7%, per gli stranieri arriva al 19,9 per cento. Simile la situazione nelle Marche (12,9% degli italiani e 22,2% degli stranieri). Riguardo alla struttura occupazionale, gli stranieri sono inquadrati più degli italiani con contratti di lavoro stabili: su 100 stranieri occupati, appena 26 ha un contratto di lavoro atipico (a tempo determinato o di collaborazione), 33 per gli italiani. Prima i romeni - Il contratto a tempo indeterminato è più frequente tra gli stranieri: 64% contro il 53,3 per cento. Gli stranieri sono per oltre l'80% operai (metà per gli italiani) e guadagnano 939 netti al mese, 70 in meno degli italiani. Il 64,4% hanno professioni di media specializzazione e il 30% ha professioni non qualificate; mostrano un livello di scolarizzazione più basso (48,3% ha al massimo la licenza media) e rimangono senza lavoro di media per 12,3 mesi contro il 17,3 degli italiani. Sul fronte della qualità del lavoro, pur avendo livelli di istruzione medio-bassi, gli stranieri, molto più degli italiani, hanno titoli di studio più alti rispetto a quelli chiesti dal mercato del lavoro per svolgere quella professione: il 36,0% di loro è sottoinquadrato contro il 27,7% degli italiani. Quasi un terzo degli occupati stranieri è romeno, poi albanese (16,6%), marocchino (6,1%) e moldavo (3,5%).   

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