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Inter, una stagione di paradossi. Però finirà in Champions
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Zazzaroni: Mister improvvisati, mercato flop, sconfitte assurde. Ma complice una pessima Serie A, Ranieri finirà terzo
Il terzo posto che vale i preliminari di Champions - l'obiettivo minimo stagionale - è dell'Inter: il perché e il percome, in meno di dieci punti. Un utile riassuntivo. 1) L'estate scorsa Moratti consegnò la squadra alla (sua, loro) quinta scelta, Gasperini: aveva(no) cercato invano, e con differenti livelli di convinzione, Bielsa, Mihajlovic, Villas Boas, Hiddink e fors'anche Capello - Fabio è da anni un must. 2) La direzione tecnica ha commesso errori talvolta imbarazzanti tanto nella sessione più lunga e calda del mercato quanto in quella gelida. Tra giugno e agosto, dopo aver inseguito Sanchez, Lavezzi e Tevez e aver praticato il tira-e-molla con Preziosi per Palacio, indicato da Gasperini quale figura imprescindibile per l'attacco, acquistò Jonathan e Alvarez (14 milioni in due), Poli, Castaignos e all'ultimo Forlàn - senza peraltro accorgersi che l'uruguaiano non avrebbe potuto giocare in Europa. 3) Sempre in estate si liberò di Eto'o il Salvatore e trattenne Sneijder quando avrebbe dovuto fare il contrario. Anche le correzioni invernali sono state dannose: dentro Guarìn, un prestito utilizzabile soltanto a marzo (infortunio), Palombo e il giovane Juan e fuori Motta e Jonathan. La parabola di Thiago riassume perfettamente la confusione che ha segnato, riducendola, l'Inter negli ultimi nove mesi: posto sul mercato a luglio, il “brasitaliano” è stato dichiarato incedibile (da presidente e tecnico) a gennaio, ovvero pochi giorni prima di essere spedito in viaggio premio a Parigi. Su sua richiesta. 4) Riportata in linea di galleggiamento da Ranieri con un calcio più basico e di aggiustamenti, la squadra è andata in crisi non appena ha ritrovato i qualitativi Sneijder e Forlan, non impiegabili secondo lo schema ad alta protezione. 5) Ha messo in discussione, nell'ordine, Milito, Pazzini, Lucio, Sneijder, Ranocchia, Maicon, Chivu, Poli e Obi, Stankovic, Nagatomo, Cambiasso e da qualche settimana addirittura Julio César. 6) Nelle prime ventitré partite di campionato ha subìto 9 sconfitte lasciando 6 punti al Novara e 4 al Palermo. Ma vincendo il derby (potenza dei paradossi). 7) Tra Gasp e Clod, è passata dal 4-4-2 a rombo (ma anche piatto) originario a tutte le declinazioni della difesa a 3, per poi tornare all'origine con una coppia di esterni inadatti. Ha beccato 30 gol. 8) La vecchia guardia ha condizionato le scelte più importanti. 9) Nel nome e per conto di Platini e del suo tutt'altro che democratico Fair Play Finanziario, sta seguendo la dieta a punti (persi) e tutto questo dimagrimento (di obiettivi, speranze e ricavi) ha reso nervosissimi e inavvicinabili Moratti e i tifosi. Ora, se nonostante il casino fatto l'Inter è ancora in Champions e a sei punti dalla terza in campionato (Lazio) le letture sono due: o - inconsapevolmente e fisiologicamente - è tanto forte lei, la società-squadra, oppure s'è stra-appiattita la Serie A. Inter terza “fissa”: potete scommetterci. di Ivan Zazzaroni
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La Postina con Zanellato diventa Dotta
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