Bafta, trionfa la Streep Snobbati Pitt e Clooney
Agli Oscar inglesi Meryl protagonista per "The Iron Lady" premiata come miglior attrice. Tante statuette anche a "The Artist"
Whitney Houston a parte, ieri sulle prime pagine dei giornali inglesi dominava la figura dell'Iron Lady Meryl Streep, in abito nero, elegante, regale. Nonostante il maggior numero di premi (tra cui regia, sceneggiatura, film e attore protagonista) siano andati a The Artist, il film muto che ormai galoppa incontrastato verso gli Oscar, l'orgoglio nazionale ha imposto l'attenzione sull'attrice che ha portato al cinema l'ex Primo Ministro Margaret Thatcher. Meryl, premiata dal collega Colin Firth, è quindi il simbolo dei Bafta, gli Oscar inglesi che quasi nulla hanno da invidiare ai “cugini” americani, se non altro per la vagonata di star che domenica sera alla Royal Opera House hanno raccolto a Londra: se uno come Russel Crowe (o Penelope Cruz, o Hugh Jackman) si scomoda solo per consegnare un premio e fare una comparsata di cinque minuti qualcosa vorrà dire. Ed è quindi probabile che a Los Angeles, come a Londra, non vengano prese in considerazione le prove d'attore di George Clooney (Paradiso Amaro) e Brad Pitt (Moneyball). George non perde comunque il suo fascino. Ci siamo imbattuti in lui sul red carpet: non poteva fare un passo che subito doveva fare dietrofront tanti erano i “Geooorgeee” che la gente urlava per un autografo. Donne, adolescenti, signori maturi: tutti presi da delirio collettivo. In sala, curiosamente, lui si è fermato a parlare con la Streep mentre ha quasi ignorato l'amico Brad Pitt. Migliore attore l'ex sconosciuto francese di The Artist Jean Dujardin, il quale, senza i baffetti anni '20, è un gran bell'ometto. Alla cena placé alla Gronsvernor House si faceva lo slalom tra Martin Scorsese e Gary Oldman (con giovane fidanzata imbronciata), Judy Dench e la coppia Tim Burton-Helena Boham Carter. In bagno Octavia Spencer, miglior attrice protagonista per The Help, cercava di sistemarsi una sorta di pancera infilata sotto il vestito e poi raggiungeva le colleghe di set Viola Davis e Jessica Chastain, il decollete più ammirato. Se non fosse stato per l'italiana Francesca Lo Schiavo, moglie e braccio destro di Dante Ferretti (due Oscar vinti, 9 nomination, tra cui le prossime), vincitrice della scenografia di Hugo, Scorsese sarebbe rimasto a secco. Lei sul palco si è commossa. «Mio marito», ci aveva detto la sera prima al party, «è a Vancouver a girare un film, ma io avevo già un impegno e questa volta non lavoreremo insieme». Francesca non era l'unica italiana nella notte dei Bafta. Dopo mezzanotte, Disaronno, il liquore più di moda nei club londinesi, ha organizzato l'after party che ha fatto ballare tutti e ha ospitato un mini concerto di Emily Sandè. di Alessandra Menzani