Amianto, il veleno c'è ancora Ecco la mappa città per città
Eternit killer, ogni anno si ammalano 3.000 persone. Censimento dei siti a rischio, da Casale Monferrato a Bagnoli
Non basterà una sentenza, sia pur storica ed esemplare, a risolvere il problema Eternit in Italia. Nonostante l'amianto sia stato bandito nel 1992, la fibra letale è ancora presente in 30 milioni di tonnellate di materiali vari: quel veleno, insomma, continuerà ad uccidere. La cosa più grave è che non tutte le Regioni hanno fornito la mappa del rischio. Ministero della Salute, Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), Istituto di Sanità, Cnr si rimbalzano le responsabilità di mappare e sorvegliare lo smaltimento: sta di fatto che ogni anno si ammalano 3.000 persone. Questo perché l'amianto è ovunque: magazzini, tettoie, 83mila km di condutture di acqua e gas. Manca il coordinamento tra le Regioni, come detto, e il censimento per ora è stato disertato da Sicilia e Calabria, mentre Campania e Puglia hanno fornito al Ministero dell'Ambiente solo dati parziali. In ogni caso, basta dare uno sguardo alle prime rilevazioni del Ministero per comprendere quale sia il rischio per la salute degli italiani: su mille chilometri monitorati nel Lazio, 1,7 milioni di metri quadrati di coperture e 2.966 siti contengono amianto, una superficie pari al 4,7% del Lazio. La lista delle località a rischio è infinita: 27mila siti, la metà nelle Marche, 2.400 scuole, un milione di metri quadri di coperture di edifici privati a Casale Monferrato, sede dell'azienda che produceva l'Eternit. E ancora, 45 milioni di metri cubi di risulta nella miniera di Balangero, 90mila metri cubi di fibre contaminate nell'ex stabilimento Fibronit di bari, 40mila sacchi speciali prodotti con la bonifica di Bagnoli, Napoli. Il problema è la bonifica: servono 4.000 euro per 100 metri quadrati. Solo il 40% dell'amianto è trattato in Italia, il resto viene fatto bonificare all'estero con costi aggiuntivi.