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Vigile uccide un delinquente Pm lo indaga per omicidio

Milano, 2 immigrati fuggono e puntano la pistola. Agente spara, muore cileno. Il testimone: "Delinquenti disarmati"

Lucia Esposito
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E' indagato per omicidio volontario Alessandro Amigoni, il vigile 36enne che lunedì pomeriggio ha ucciso nel corso di un inseguimento a Crescenzago un ragazzo cileno di 29 anni, Marcelo Valentino Gomez Cortes. E' quanto ha fatto trapelare la Procura di Milano che si sta occupando delle indagini. L'accusa in un primo momento era quella di "eccesso colposo di legittima difesa"; al termine dell'interrogatorio del vigile durato fino a tarda notte è l'accusa è stata trasformata in omicidio volontario. Secondo le indiscrezioni uscite dalla procura a pesare sul cambio di accusa, più pesnate, sarebbero state anche le testimonianze dei colleghi di Amigoni. Quando il ghisa finisce nel mirino Leggi l'approfondimento La ricostruzione - Secondo le prime ricostruzioni la dinamica potrebbe essere differente rispetto a quella emersa in un primo momento: il vigile avrebbe colpito il fuggitivo senza una "reale minaccia". Nei confronti dell'agente non sono ancora state emesse misure cautelari. Per far luce sulla dinamica dell'omicidio si attendono i riscontri tecnici sui fori di entrate e di uscita dal corpo della vittima: gli investigatori attendono i risultati dell'autospia, che potrebbe essere eseguita già mercoledì. Trapelano nel frattempo le prime testimonianze del medico legale intervenuto al parco Lambro, e non si esclude che la vittima possa essere stata colpita alle spalle. Le incongruenze - Il cambio di imputazione nei confronti di Amigoni ha fatto anche mutare la ricostruzione della sparatoria. Lunedì il comandante della polizia locale, Tullio Mastrangelo, aveva indicato che l'agente aveva sparato soltanto dopo che uno dei fuggitivi, che è ancora ricoverato, aveva estratto una pistola e "l'aveva putnata verso l'agente". A quel punto, secondo il capo dei vigili, l'agente avrebbe sparato ma non in direzione della vittima, bensì verso il complice armato. Erano però da subito emerse alcune incongruenze nel racconto di Amigoni e dei colleghi: la traiettoria del proiettile confermerebbe i dubbi degli investigatori poiché il colpo è stato sparato da una distanza "relativamente breve" e ad altezza uomo. Gli agenti della Mobile intervenuti dopo l'omicidio, inoltre, non hanno rinvenuto sul luogo segni della presenza di altre armi sul luogo del delitto anche se non viene escluso che il complice possa efettivamente avert imbracciato una rivoltella. La testimonianza - A Tgcom24, inoltre , un testimone oculare della sparatoria ha raccontato che gli immigrati non erano armati. "Ero lì a Parco Lambro che passeggiavo, come faccio spesso", ha riferito il testimone. "A un certo punto ho visto due ragazzi che correvano via inseguiti da un'auto dei vigili che andava contromano. Poi si sono fermati e hanno iniziato a correre a piedi, non avevano nè pistole nè niente e urlavano 'Non sparate non sparate!'. Dopo un pò ho sentito degli spari. Sono sicuro che i due ragazzi non fossero armati. Dopo gli spari ho visto uno dei due a terra insanguinato, l'altro invece è scappato. Dei due vigili, uno correva dietro ai ragazzi, l'altro invece è rimasto fermo accanto all'auto. Lo ha ammazzato - conclude l'uomo - gli ha buttato due colpi addosso". Al momento, gli inquirenti mantengono il massimo riserbo per una situazione considerata "delicata e da approfondire". 

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