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Crollo delle partite Iva: 5% di aperture in meno

I dati del ministero dell'Economia: solo a dicembre -26% sul mese precedente. Artigiani: crisi e credito fanno paura

Matteo Legnani
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Drastico calo delle partite Iva aperte: sono state circa 535 mila nel 2011 con una flessione del 4,8% sul 2010. Nel solo: a dicembre scorso si è registrato un crollo delle aperture, pari a 25.392, il 26,4% meno del mese precedente e il 9,5% in meno del corrispondente mese del 2010. Lo ha reso noto il Dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia. Il 43,6% delle aperture di partita Iva nel 2011 riguarda le regioni settentrionali, il 22,5% il Centro e il 33,9% Sud e Isole. La flessione rispetto al 2010 riguarda tutte le regioni tranne la Calabria ed è stata più marcata al Centro Nord: Val d'Aosta e Sardegna hanno accusato un calo superiore al 10%, il Molise è rimasto praticamente immutato. Il confronto con il 2010 evidenzia una flessione leggermente più sostenuta per il settore industriale col -8,7% e solo due sezioni rilevanti in aumento: le attività di gestione rifiuti-forniture idriche (+6,7%) e alloggio-ristorazione (+1%). Per Marco Accornero, segretario generale dell'Unione artigiani di Milano, i dati del Mef si spiegano in due modi: "Conta sicuramente la crisi, che rende più prudenti e spaventa anche chi ha istinto imprenditoriale. Aprire una partita Iva significa infatti correre dei rischi economici e avere dei costi. Poi c'è il discorso legato al credito per avviare un'attività, che è ormai sempre più difficile ottenere dalle banche".  

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