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Contro l'inflazione presentano un paniere pieno di balle

Il caro vita reale supera il 5% perché l'Istat considera beni che acquistiamo con frequenza, ma anche altri che consumiamo meno

Lucia Esposito
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Prezzi con il turbo: rispetto a dodici mesi fa sono saliti del 3,2%. Su dicembre dello 0.3%. Ma noi italiani, complice la stangata fiscale, ci sentiamo, e certamente lo siamo, ancora più  poveri di quanto non dicano le statistiche.  In effetti c'è un problema sul rilevamento. Gli indici considerano l'intera popolazione italiana  come fosse una  famiglia di oltre 58 milioni di persone. In realtà ci sono differenti stili di vita e quindi l'inflazione percepita da ciascuno è diversa. Maggiore per alcuni, minore per altri. Ciò non spiega, però, il disagio  diffuso all'intera popolazione. C'è una prima spiegazione: ci sono beni che acquistiamo con frequenza (pane, verdura, benzina e, in genere, i beni di prima necessità). Quindi una  variazione del loro prezzo viene subito rilevata.  Di altri (apparecchi elettrici, macchine fotografiche, elettronica) non riusciamo a valutare le modifiche di prezzo, sia per la loro varietà, sia perché l'acquisto è saltuario. Se, come è successo, gli incrementi di prezzo riguardano prevalentemente i beni di frequente acquisto (per esempio la benzina) ecco che la sensazione di un'inflazione galoppante diventa reale. Se, però, l'aumento dei prezzi di questi beni è compensato da una diminuzione del prezzo degli altri possono coesistere un'elevata inflazione percepita e una lieve inflazione rilevata. Questo ragionamento (come pure l'Istat) trascura un altro importante aspetto: il comportamento dei consumatori di fronte ad una riduzione, anche se solo percepita, del potere d'acquisto. Il paniere oggetto di rilevazione dei prezzi è composto dai più svariati beni pesati proporzionalmente alla loro presenza nelle borse della spesa. Se rinunciare al pane, al latte, o al carburante è impossibile, è molto più facile  sacrificare dell'altro. Se la lavabiancheria si rompe si cercherà di ripararla invece di cambiarla. L'auto, anche se vecchia, potrà essere sostituita qualche anno dopo. Questo naturale atteggiamento comporta una modifica immediata della composizione del paniere. La modifica però viene registrata dall'Istat  solo annualmente. Se ragioniamo sull'insieme delle famiglie ci troveremo un'inflazione percepita (dovuta all'aumento dei prezzi dei beni di prima necessità) superiore a quella reale (dovuta alla variazione istantanea dei prezzi) che a sua volta è superiore all'inflazione rilevata (poiché la modifica è registrata in ritardo rispetto al suo verificarsi). L'Istat non tiene conto di queste differenze. Forse non è nemmeno possibile farlo con precisione cronometrica. Resta il fatto che ai cittadini biosgna dire tutta la verità sui rincari altrimenti la credibilità dei numeri cala. E, in questo momento, è l'unico valore in diminuzione. di Nino Sunseri

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