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Fornero torna sul posto fisso Nessuna demonizzazione

Il ministro del Welfare: in Italia si parla troppo di articolo 18. Le imprese devono pagare per la flessibilità

Lucia Esposito
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Torna a parlare di lavoro, il ministro Elsa Fornero. IIn un'intervista a Skytg24 precisa: nessuna demonizzazione del posto fisso. «Quello che dobbiamo rompere è il meccanismo per il quale le imprese che hanno lavoro flessibile pagano poco. Se vuoi la flessibilità devi essere pronto a pagare di più». E sul leader dell Cgil spiega: «Non la considero affatto una mia avversaria. La considero una persona con un ruolo importantissimo, rappresenta moltissimi lavoratori italiani». Ai leader dei sindacati e di Confindustria, Fornero spiega di aver detto: «Dobbiamo partire dai problemi, siamo qui per discutere e dialogare, possiamo cercare delle soluzioni». Il ministro  è intervenuta anche sulla Fiat che, secondo lei, deve restare italiana. "Lavorerà per questo, ma deve essere produttiva: e non deve restare in Italia perché tenuta in piedi», sottolinea il ministro.QUando le hanno chiesto che cosa pensa di  Marchionne, il ministro ha risposto:«Thatcher potrebbe essere usato per lui più che per me. Soprattutto penso che usa metodi thatcheriani nella sua industria». Le priorità del governo - l ministro più mediatico del governo dei tecnici ha poi precisato che il nostro governo "è tecnico, non ha parti della società italiana che vuole favorire, o partiti a cui è particolarmente legato. Con la maggioranza così come con le parti sociali si dialoga, però l'ambizione di questo governo è di fare politiche per il paese". E ancora: Noi cerchiamo di parlare al paese, di fare politiche per il futuro di questo paese. Può essere un'ambizione eccessiva - aggiunge - ma è quello che vogliamo fare. Abbiamo una situazione difficile: quest'anno il reddito prodotto scenderà. Speriamo che l'anno prossimo non scenda e salga un pò, non possiamo fare le riforme nell'emergenza. Oggi dobbiamo gestire l'emergenza, dobbiamo trovare le risorse per affrontare in maniera possibilmente equa questa emergenza. Ma con le riforme dobbiamo guardare al domani, al futuro e soprattutto ai giovani, che sono quelli che di prospettive per il futuro ne hanno avute molto poche"- E a proposito della frase di Michel Martone che ha definito sfigato chi si laurea dopo i 28 anni, ha commentato: è stata una frase infelice.   Capita a tutti di usare un'espressione infelice. Sicuramente non avrei   usato quell'espressione. Non sono abituata. Sono abituata a lavorare con   gli studenti e sono che ci sono diverse condizioni di vita e di   famiglie”.

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