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I tedeschi non pagano mai Nemmeno le vittime dei nazi

L'Europa assolve Berlino per i crimini delle SS e boccia le richieste d'indennità. Il commento di Maria Giovanna Maglie

Nicoletta Orlandi Posti
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La sentenza verrà anche definita storica, ma è soprattutto infame, e non lo dico in punta di diritto internazionale, ma certo di dignità, coscienza, senso della giustizia, buon senso. La sentenza pronunciata ieri dalla Corte di Giustizia dell'Aja ci dice inoltre che almeno in questo periodo, almeno finché il vento non girerà, la Germania spadroneggia in Europa su qualunque argomento, problema, istanza, vicenda, dalla gestione egoista e miope dell'euro alla sorte dei governi delle varie nazioni fino alla memoria sull'orrore del terzo Reich e del diritto delle sue vittime ad avere giustizia senza limiti di tempo o comode prescrizioni, tantomeno senza arrampicamenti sugli specchi del presunto diritto. La sentenza ci dice anche che le debolezze dei governi nel difendere le proprie cause si pagano care, e i governi italiani precedente e attuale, il ministro degli Esteri che c'era fino a tre mesi fa, Franco Frattini, e l'attuale, Giulio Terzi di Sant'Agata, hanno fatto poco e niente per rappresentare la giustezza della sentenza della Corte di Cassazione presso il Tribunale Internazionale, lo dimostra per ultima nel tempo la tiepida, iper diplomatica dichiarazione del ministro resa ieri dopo la sentenza scandalosa. Pare che temessero analoghe ritorsioni contro di noi per crimini di guerra. Sarà che all'Italia sconti non ne sono stati fatti mai, ma noi questa preoccupazione non l'avremmo avuta così cocente. La sentenza della Corte infine non solo non placa, al contrario eccita ed esalta il pregiudizio di superiorità che anima il popolo tedesco verso quello italiano, Der Spiegel docet. Una sola consolazione suggerisco ai lettori di Libero: oggi è così, la Germania e la sua premier, Angela Merkel, imperversano, dettano legge, intervengono a punire la Grecia, salvare Sarkò, benedire Monti, telefonare a Napolitano, imporre veti sulla Banca centrale europea, ma la guerra va vinta tutta, non solo i primi anni, e così facendo ci si attira odio, che non va mai bene. Può darsi che noi siamo dei codardi alla Schettino, ma con il ricorso vinto ieri così scorrettamente i primi a dimostrare di non voler assumere alcuna responsabilità per crimini passati, e che crimini, sono loro, i tedeschi. Chi è il vero codardo? Il Tribunale Internazionale ha  dato ragione alla Germania nel contenzioso  importante che opponeva i due Paesi sulla liceità di inchieste e procedimenti giudiziari a carico di cittadini tedeschi, tra i quali ancora molti vivi,  che prestarono servizio nelle forze occupanti durante la seconda guerra mondiale  e che si resero responsabili di crimini di guerra o crimini contro l'umanità. Ha ragione Berlino, ha sentenziato la Corte dell'Aja, perché il principio di immunità,  il divieto di estradare propri cittadini per consegnarli a qualsiasi magistratura straniera, è iscritto nel Grundgesetz, la sua Costituzione postbellica. E non è tutto: l'immunità legale, spiega ancora il verdetto del tribunale internazionale, significa anche che sono illegittime le richieste d'indennizzo avanzate tramite la giustizia italiana per le vittime delle atrocità naziste contro la popolazione civile o i loro familiari o discendenti Scendiamo nel concreto, nella realtà della storia.  Secondo la Corte dell'Aja: l'Italia ha violato la sovranità della Germania quando nel 2008 la giustizia italiana decise che il cittadino italiano Luigi Ferrini aveva diritto a un indennizzo da parte della Germania per essere stato deportato in Germania nel 1944 dove fu costretto a lavorare come forzato nell'industria degli armamenti del Reich. Peggio, la sentenza della Corte dell'Aja quindi conferma l'immunità ai responsabili dei massacri di Civitella, Cornia e San Pancrazio, nella provincia di Arezzo, dove i soldati del Reich trucidarono 203 persone, donne, anziani, bambini, il parroco del paese, e blocca il pagamento richiesto dalla Cassazione, a titolo di risarcimento per gli italiani uccisi in quelle stragi.  Il ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant'Agata ha espresso un non dovuto «rispetto» per la sentenza, e ha dichiarato che continuerà a «ricercare una soluzione d'intesa» con la Germania. Quale intesa? Sono parole a vuoto perché invece i tedeschi esultano per la sentenza. «Un giudizio importante per la Germania e l'intera comunità internazionale», ha commentato il ministro degli Esteri Guido Westerwelle, perché l'Italia «ha mancato di riconoscere l'immunità riconosciuta dal diritto internazionale» a Berlino per i reati commessi dal Terzo Reich. La sentenza del 2009 della Corte di Cassazione era stata considerata un precedente storico, dato che per la prima volta aveva sancito, attraverso un procedimento penale, il diritto per le vittime delle stragi naziste ad essere risarcite. Prima d'allora nessun altro Paese aveva sostenuto cause di risarcimento nei confronti della Germania, grazie alla clausola dell'immunità giurisdizionale. Berlino aveva però deciso di fare ricorso chiedendo alla Corte dell'Aja di «ordinare all'Italia di prendere tutte le misure necessarie affinché le decisioni della sua giustizia, nel caso in cui contravvengano alla sua immunità, siano prive d'effetto e che i suoi tribunali non pronunzino più sentenze su simili casi». Davanti alla Corte dell'Aja noi abbiamo portato almeno 80 casi che riguardano 500 ricorrenti, i parenti e i Comuni delle stragi, ed ex militari italiani internati in Germania dopo il 1943 e costretti ai lavori forzati nella fabbriche tedesche, loro hanno portato lo strapotere del quale godono. Fino a quando? di Maria Giovanna Maglie

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