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Borsellino scelse il sacrificio: morire per salvare la famiglia

Mafia, il colonnello Sinico al processo Mori: "Il magistrato sapeva dell'attentato, 'ma devo lasciare qualche spiraglio'"

Giulio Bucchi
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Paolo Borsellino scelse di morire per salvare la propria famiglia dalle ritorsioni della mafia. A dirlo è il colonnello Umberto Sinico, teste della difesa al processo contro il generale Mori. Secondo il militare, il magistrato assassinato dalla mafia il 19 luglio 1992 sapeva che Cosa Nostra stava preparando un tremendo attentato contro di lui, ma in un colloquio con i carabinieri che lo avvertivano del pericolo, sul finire del giugno di quello stesso anno, rispose: "Lo so, lo so: devo lasciare qualche spiraglio, altrimenti se la prendono con la mia famiglia". Sinico ha ricordato come nell'ambiente carcerario "era voce ricorrente che fosse in fase avanzata un attentato al giudice". L'informatore era Girolamo D'Anna, di Terrasini. Alla risposta di Borsellino, di fatto consapevole di andare incontro alla morte, Sinico rispose: "Procuratore, allora cambiamo mestiere". Ma Borsellino fu irremovibile e non volle rafforzare la sicurezza.

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