Sinistra, ora s'indaga su fondi neri e ricatti
L'inchiesta sull'ex tesoriere della Margherita si allarga: per i magistrati si sarebbe appropriato dei fondi del partito grazie all'omertà dei dirigenti
Trema la sinistra, non solo Rutelli e la Margherita. La Procura di Roma ha infatti avviato un nuovo filone di indagine sulla vicenda dell'ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi per verificare se ci siano state altre appropriazioni illecite di fondi. Il senatore del Pd, espulso dal gruppo parlamentare, ha infatti intascato 13 milioni di euro dalle casse dell'ex partito guidato da Rutelli (oggi leader dell'Api) per fini personali. Il sospetto dei magistrati, però, è che dietro ci sia molto altro e per questo motivo gli investigatori passeranno al setaccio i documenti contabili del partito. Tra le ipotesi degli inquirenti è che l'ex tesoriere si appropriasse di somme di danaro confidando sull'omertà di colleghi che avrebbe potuto, in un qualche modo, eventualmente "ricattare". Ma su questa ipotesi per ora non si sarebbero trovati riscontri. Il procuratore aggiunto Alberto Caperna ed il sostituto Stefano Pesci vogliono accertare se la "prassi" di prelevare danaro dai fondi ricevuti dalla Margherita sotto forma di rimborsi elettorali nel periodo 2008-2011 sia stato un fatto circoscritto. I dubbi nel partito - I sospetti della magistratura riflettono anche i dubbi di parte degli ex compagni di partito di Lusi. Se Roberto Giachetti arriva a descrivere l'ex tesoriere come una sorta di "Dottor Jekyll e Mister Hyde" in un'intevista al Corriere della Sera sottolineando come a fronte di un'immagine pubblica da integerrimo e puntuale contabile sia venuto a galla un comportamento provato assai meno irreprensibile, il malcontento è evidente anche in altri ex margheritini. L'impressione di molti, soprattutto tra quelli meno vicini a Rutelli e confluiti ora nel Pd, è che l'ex segretario "non potesse non sapere", nonostante i dinieghi e il conclamato stupore da parte dell'attuale leader Api. D'altronde, come scritto da Franco Bechis su Libero di giovedì 2 febbraio, quel buco 13 milioni era talmente clamoroso da far sospettare che dietro a Lusi ci fosse, proprio come sostengono gli inquirenti, la connivenza e l'omertà di altri alti dirigenti. Servivano forse per finanziare in nero le attività degli uomini del partito? I prossimi sviluppi - Per scoprirlo, la Procura di Roma ha intenzione di ascoltare come testimoni alcuni 'papaveri' della Margherita, tra cui Renzo Lusetti ed Enzo Carra. Nomi non casuali: i due parlamentari furono tra i firmatari del ricorso presentato al tribunale civile di Roma proprio per contestare la validità dei rendiconti della Margherita per il periodo 2009-2010. Su Lusi, ultimo in un lungo elengo di uomini di sinistra nei guai con la giustizia per corruzione o malversazioni, pende anche il sospetto di aver fatto rientrare i fondi occultati dall'estero tramite scudo fiscale. L'avvocato del senatore, Luca Petrucci, però nega: "Il senatore Lusi non ne ha mai usufruito". Non basta a dissipare le ombre. Non a caso, il Pd ha convocato per lunedì 6 febbraio la propria commissione di garanzia .