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Moldava non era clandestina: usata per incastrare Schettino?

Giallo Concordia: la Cemortan era regolarmente registrata a bordo con biglietto. Sfruttata per far pressioni sul capitano?

Andrea Tempestini
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Vi ricordate Domnica Cemortan? Si tratta della moldava che infarcì di un ulteriore elemento la tragicommedia del capitano Francescho Schettino, l'uomo che ha condotto la Costa Concordia al naufragio al largo dell'Isola del Giglio. Sul conto di Domnica si era detto di tutto e di più: per esempio che era clandestina a bordo e che avrebbe distratto il comandante. Al contrario, la ragazza era regolarmente registrata e il suo biglietto era stato acquistato secondo le normali procedure (aveva lavorato come hostess per tre mesi e aveva terminato l'impiego una settimana prima della sua partenza sulla Concordia). In molti si spinsero a ipotizzare tra le righe una liason tra il capitano e la Cemortan. Eppure, ora che la situazione è meno convulsa e che il clamore mediatico si è parzialmente abbassato, si deve riconoscere che la presenza di Domnica in plancia di comando non è stata certo un dettaglio fondamentale nella sequela di eventi che hanno condotto alla tragedia della Concordia. Si fa così strada la sensazione che il nome della donna moldava sia stato fatto rimbalzare dagli inquirenti, ben consapevoli dell'impatto che avrebbe potuto avere questa 'storia nella storia' a livello mediatico. C'è chi si spinge a ipotizzare che Domnica sia stata tirata in ballo per rendere ancor più difficile la vita familiare di Schettino (la moglie non avrà certo colto di buon grado le illazioni). La Cemortan potrebbe insomma essere stata usata come strumento di pressione per convincere il comandante a raccontare tutto, dalle telefonate, agli ordini e fino ad arrivare al perché di quello sciagurato inchino. In tutto ciò si è però perso di vista il fatto che la ragazza moldava, in quel terremoto mediatico, è stata sovraesposta e bersagliata da insinuazioni immeritate e ingiuste.

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