Pisapia adesso adotta i rom Ecco i fondi ai rimpatriati
Delibera da 75mila euro. La giunta di Milano decide un nuovo stanziamento per i nomadi di Triboniano, in Romania da un anno
I soldi arrivano dal famoso «paniere» del Viminale per l'emergenza nomadi, al centro della bagarre politica da un anno e finitonel mirino del Consiglio di Stato. Serviranno a rimpolpare i fondi dei progetti di rimpatrio per le famiglie che hanno scelto di abbandonare il campo nomadi e ritornare in Romania. La determina, pubblicata ieri sull'Albo Pretorio e approvata a metà dicembre, parla di «integrazione degli stanziamenti previsti per il monitoraggio del rientro e della reintegrazione socio-professionale in Romania di famiglie rom di via Barzaghi-Triboniano per il periodo dicembre 2011-marzo 2012». Il campo nomadi, per anni simbolo della famigerata «emergenza rom», è stato chiuso ad aprile dello scorso anno. Impossibile dimenticare il braccio di ferro, la querelle sulle 20 case Aler assegnate ad altrettanti nuclei del campo, i continui rimpalli e rinvii sulla chiusura. Ebbene, la favela autorizzata più grande della città - capace di ospitare più di 500 persone - ha chiuso i battenti ormai dieci mesi fa. Ma il programma di rimpatri per quei nomadi che hanno scelto di tornare in patria - avviato dalla precedente amministrazione - continua a drenare nuove risorse: l'ultima iniezione riguarda 75mila euro, destinati appunto ai progetti di integrazione sociale e abitativa gestita dal Comune attraverso una convenzione con la Fondazione Avsi. L'ultimo bonus alza l'asticella dei fondi a 758mila euro, spesi per consentire a 52 nuclei famigliari di trovare casa e lavoro in Romania. Poco più di 15mila euro a famiglia. Mentre a Milano infuria la polemica sulle frenate della giunta Pisapia verso gli sgomberi di campi rom abusivi, Palazzo Marino continua ad «adottare» rom a distanza, anche un anno dopo i sigilli al campo. La Lega Nord, attraverso l'assessore provinciale alla Sicurezza Stefano Bolognini, va all'attacco: «Trovo incomprensibile come si trovino solo e soltanto fondi per l'integrazione di persone che hanno dimostrato di non volersi integrare». Il contrasto con l'atteggiamento verso le favela cittadine, troppo «morbido» secondo i lumbard, fa insorgere il Carroccio. «Non si comprende come a fronte di insediamenti abusivi nuovi o già esistenti» chiosa Bolognini, «manchi la volontà di procedere agli sgomberi». Positivo, invece, il giudizio di chi segue giorno per giorno il progetto. «Nessuno ha violato il patto» dice Anna Di Fonzo, che segue per l'Avsi lo sviluppo dei progetti. «Lo stanziamento dei nuovi fondi serve a coprire le spese per tutte le 50 famiglie. All'inizio, invece, la convenzione prevedeva interventi solo per 20 nuclei». Le prime famiglie sono partite nel settembre 2010, altri in primavera, mentre gli ultimi 2 nuclei sono tornati in Romania a luglio. Sostiene l'Avsi: «I nostri operatori curano anche i documenti, si assicurano che i figli vadano a scuola. Il bilancio è positivo e va nella logica del superamento dei campi rom». Il progetto dovrebbe terminare a luglio. di Massimo Costa