La Camera si taglia per finta Senato: via mancati aumenti
Ieri il bluff di Montecitorio, oggi Palazzo Madama lo imita: rinuncia a 6 milioni per ridurre il debito, ma non sono sforbiciate
La Camera ha annunciato lunedì sera il taglio di 700 euro netti al mese di stipendio. Peccato che sia l'ennesimo bluff della Casta e di sforbiciate immaginarie: il provvedimento sbandierato in realtà è soltanto la rinuncia a un altro aumento non ancora entrato in vigore. In pratica non c'è nessun taglio. E' solo una partita di giro: non è un taglio ma è la rinuncia a un altro aumento. Perché passando dal sistema retributivo a quello contributivo, i deputati si sarebbero visti lievitare la busta paga di circa 700 euro netti al mese, perchè non è più loro chiesto di versare tutti e due i contributi che versavano prima. Non si sono tagliati lo stipendio, i deputati in realtà hanno solo rinunciato a un aumento. I settecento euro in meno in busta paga sono compensati dal mancato versamento delle ritenute che ammontava a 780 euro. Confermato invece il giro di vite per le spese relative ai collaboratori parlamentari: il rimborso di 3690 euro sarà erogato a forfait per il 50% mentre il restante 50% dovrà essere giustificato. Si tratta di un regime transitorio visto che a partire dalla prossima legislatura la materia sarà disciplinata da una proposta di legge che sarà presentata entro un mese. Anche il Senato si taglia - A un giorno di distanza, anche il Senato imita Montecitorio annunciando tagli agli stipendi. O meglio: mancati aumenti. L'Ufficio di Presidenza di Palazzo Madama ha decurtato del 13% le indennità dei parlamentari ma, a differenza della Camera, destinerà il risparmio alla riduzione del bilancio. Si tratta, ha annunciato il questore della lega Paolo Franco, che ha proposto la correzione, di circa 6 milioni di euro. "E' utile essere chiari: questo è un mancato aumento, non si tratta di una riduzione delle indennità ma di un modo per evitare che ci fossero aumenti", spiega Franco, secondo il quale "è importante che sia stata accolta la nostra richiesta in base alla quale questo risparmio venga capitalizzato dalla collettività". La decisione, ha riferito il senatore, è la prima all'ordine del giorno dell'Ufficio di Presidenza del Senato, che si esprimerà nel pomeriggio sugli altri punti.