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Stretta sui manager di stato: "Basta stipendi d'oro"

Il governo accelera sui compensi agli alti funzionari: "Nessuna paga maggiore di quella al presidente di Cassazione"

Giulio Bucchi
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Il governo Monti accelera sulla stretta ai compensi dei manager pubblici. Il dl, si legge in una nota di palazzo Chigi, è "in linea con gli scopi che il governo si è   prefissato". E cioè, "eliminare o quanto meno ridurre gli sprechi connessi alla gestione degli apparati amministrativi". Per questo motivo, recita la nota di palazzo Chigi, "in tempi considerevolmente inferiori a quelli indicati dal decreto-legge approvato dal Parlamento lo scorso dicembre, e fissati in novanta giorni, il presidente Monti ha trasmesso al presidente del Senato, Renato Schifani, e al presidente della Camera, Gianfranco Fini, lo schema di provvedimento concernente il limite massimo retributivo dei dipendenti pubblici, previsto nel Salva Italia". Sono due, avverte il governo, i principi del provvedimento. Da una parte, il trattamento economico complessivo del primo presidente  della Corte di Cassazione diventa il parametro di riferimento per tutti i manager delle pubbliche amministrazioni. In nessun caso l'ammontare complessivo delle somme loro erogate da pubbliche amministrazioni potrà superare questo limite. Secondo: per i dipendenti collocati fuori ruolo o in aspettativa retribuita, presso altre pubbliche amministrazioni, la retribuzione per l'incarico non potrà   superare il 25% del loro trattamento economico fondamentale".

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