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Schettino mollato pure dal vice: "Era sullo scoglio tutto asciutto"

Il numero due del Concordia Ciro Ambrosio ai pm: "Eravamo troppo vicini all'isola, lui mi ha risposto 'Ci penso io'"

Matteo Legnani
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  Scaricato da tutti: dopo la Costa, anche dal suo vice. Ciro Ambrosio, il ventottenne vice di Capitan Codardo-Francesco Schettino, rompe gli ormeggi e racconta la sua verità sulla notte del 13 gennaio scorso. Dice che la rotta turistica era stata concordata con la capitaneria di porto e le autorità competenti. Ma quando il comandante Francesco Schettino ha preso la guida in manuale, racconta, "ho visto che la distanza, dall'isola del Giglio, si riduceva prima a 0,6 miglia, poi 0,5 finché, arrivati a 0,3 gli ho detto comandante, che fa? Lui s'è battuto la mano sul petto e ha risposto: "Ci penso io". Il comandante in seconda della Concordia è indagato in concorso per omicidio plurimo colposo e ieri è stato interrogato per cinque ore nella procura di Grosseto. Ha mostrato il suo orologio rotto, infiltrato d'acqua, per dimostrare che non ha abbandonato la nave ma è "caduto", mentre cercava di metter giù una lancia di salvataggio. Ha confermato di aver visto Schettino parlare al telefono con Roberto Ferrarini, direttore delle operazioni marittime di Costa ma di non aver sentito cosa dicevano. E sull'emergenza: "Abbiamo saputo che due sale macchine erano allagate. Con due sale fuori uso si può ancora navigare, quindi Schettino deve aver immaginato che la situazione era gestibile, poi ha saputo che le sale allagate erano tre e mi ha mandato giù per coordinare l'evacuazione. Poi la nave s'è inclinata di colpo e sono caduto. Sono riuscito a risalire, salvando altre vite, quindi sono sceso ancora, per organizzare la catena umana con il Giglio. E solo lì ho visto su uno scoglio Schettino. Completamente asciutto".    

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