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Dalla "tracolla" al Wonderbra... Il reggiseno fa cent'anni

Nel 1912 un'americana inventò il capo di vestiario più ammirato dagli uomini. Ci vollero ottant'anni per arrivare ai "push up"

Matteo Legnani
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  Il "wonderbra" era ancora inimmaginabile, quando nel 1912, cioè esattamento cento anni fa, una giovane ereditiera americana col pallino per le invenzioni, creò il reggiseno. Quello di Mary Phelps Jacob, insofferente degli scomodissimi corpetti predecessori del reggiseno, era in realtà una specie di tracolla in grado di separare i due seni fatto con alcuni fazzoletti e fasce per neonati.  Niente a che vedere con il Wonderbra o con il reggipetto 'intelligente' di recente invenzione, ma comunque un passo decisivo verso il futuro. Negli anni Trenta ancora un passo avanti con l'arrivo di tessuti elastici, come la batista o la mussolina in latex, ma soprattutto il nylon e il rayon, prime fibre sintetiche della storia, simili alla seta ma alla portata di tutte le tasche. Dopo la seconda Guerra mondiale trionfano le pin-up, maggiorate made in Usa dal senso prosperoso. E nasce il reggiseno 'Very Secret', due cuscini d'aria che aumentano il decolletè anche alle più magre. Sempre negli anni 50 un'altro tessuto, la Lycra, viene in aiuto dell'industria dell'intimo: sottile e morbido, quasi una seconda pelle. L'ideale per un reggiseno confortevole. Negli anni '60 e '70 spopolano le modelle pelle e ossa, come la britannica Twiggy. Per il reggiseno sono tempi bui. E per attendere il "big bang" dell'intimo occorre aspettare gli Anni '80, quando il mercato è invaso da una raffica di modelli, colori e stampe, con la barra del timone sempre fissa sul comfort. Finchè negli Anni '90 arriva il Wonderbra, il "reggiseno delle meraviglie", che grazie al sistema push-up regala a tutte quasi una taglia in più.  

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