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Maroni contro Bossi e il Pdl: "Azzurri? Partito ipocrita"

Bobo sostiene Tosi ma nega i dissapori nel Carroccio: "Non c'è alcun problema". Poi l'affondo contro il Cav e i suoi

Andrea Tempestini
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Roberto Maroni è sempre più lontano da Umberto Bossi e sempre più stretto a Flavio Tosi. L'ex ministro dell'Interno rafforza l'alleanza con il suo delfino veneto, partito per riconquistare in solitaria la sua città, Verona, sbattendo la porta in faccia al Pdl in vista delle prossime elezioni di maggio. Verona, in sostanza, diventa il nuovo laboratorio politico del Carroccio, o quantomento di quel Carroccio che vuole vita indipendenta da quella dell'ex alleato Silvio Berlusconi e del Pdl (e, chissà, forse vuole vita indipendente anche dal Senatùr e dal cosiddetto cerchio magico che si stringe attorno allo storico leader). "Nessun problema" - Maroni, al centro di una situazione scottante, continua a minimizzare lo scontro. Ultimo episodio a Porto Tolle, in provincia di Rovigo, dove 148 persone si sono autosospese dalla Lega per dissidi interno al partito. "Nessun problema all'interno del Carroccio", ha provato a spiegare Bobo, ma in pochi ci hanno creduto, soprattutto tra i molti sostenitori di Tosi accorsi in massa alla fiera di Verona per l'inizio della campagna elettorale. A Verona, Maroni, ai problemi del Carroccio dedica soltanto qualche parola, ricordando di essere venuto nella città veneta "per esprimere la mia solidarietà personale a un leghista vero e autentico. Forse è per questo, perché è stato trovato troppo bravo e troppo leghista, che ha subito attacchi personali anche all'interno del movimento, che non sono tollerabili". "Pdl, partito ipocrita" - Parlando delle comunali, Maroni è più che fiducioso sulla vittoria di Tosi. Secondo Bobo l'esito del risultato "è certo e sarà importante per il futuro non solo di Verona, ma per tutta la Padania". L'ex titolare dell'Interno non si nasconde e spiega che "l'amizione è di fare della Lega il primo partito, non solo il punto di riferimento dei leghisti, ma anche di chi non sa ancora di essere leghista". Marona accarezza lo stesso sogno che, racconta, fece Bossi al loro primo incontro. "Ma quel pazzo - chiosa Bobo - aveva ragione". La Lega (di Maroni), oggi, lancia la sua sfida alla politica italiana, e spiega: "Non abbiamo bisogno di allearci con un partito che dice il contrario di noi. Sarebbe un'ipocrisia". Tutti i riferimenti erano al Pdl. Quindi la chiosa su Monti, il governo "più centralista degli ultimi vent'anni. E' il Pdl che lo sostiene, dunque il movimento azzurro non può allearsi con un movimento ultra federalista come la Lega Nord".

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