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Il Fisco nella movida milanese Uno su tre senza scontrini

Nel capoluogo in campo 580 uomini per il doppio controllo: infrazioni per un terzo degli esercenti. Lega: "Blitz paramilitare"

Andrea Tempestini
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La grande offensiva milanese contro l'evasione fiscale, che ha messo in campo 580 uomini tra Agenzia delle Entrate, Fiamme Gialle, Inps, ispettorato del lavoro e vigili, è terminata e cominciano a trapelare le prime cifre. Il primo bilancio, ancora parziale, parla - tra venerdì e sabato - di 230 controlli della Guardia di Finanza e di 75 verbali per "mancata emissione di scontrino o ricevuta fiscale". I prossimi dati arriveranno dopo le verifiche incrociate del Fisco. Nel dettaglio, a Milano sono scesi in campo 120 finanzieri; sono stati 230 i controlli totali effettuati nelle attività commerciali; 75 le sanzioni per mancata emissione dello scontrino fiscale (la sanzione per i negozianti che non emettono scontrino è pari a 159 euro). In sostanza,  il blitz nelle vie dello shopping milanese ha constatato irregolarità in un esercente controllato su tre. "Blitz paramilitare" - L'operazione della Gdf si è spalmata su due giornate, venerdì sera e sabato. Dopo Cortina, Roma e Portofino, nel mirino degli 007 del fisco ci è finito il capoluogo lombardo: controlli a tappeto da piazzale Cadorna a Corso Vittorio Emanuele, in pieno centro e a pochi passi dal Duomo. E ancora, da corso Buenos Aires fino a Paolo Sarpi e i negozi della chinatown milanese. L'operazione delle Fiamme Gialle non è piaciuta alla Lega Nord. Il Consigliere comunale Matteo Salvini è andato all'attacco: "Questa operazione mi sa di cavalcata alla John Wayne, perché molti esercenti milanesi sono in credito d'Iva e lo Stato cosa fa? Rompe le palle alle due di notte. E' più comodo andare a controllare il macellaio e il panettiere italiano perché quelli pagano, da altre parti si prendono le bastonate. Non provo simpatia per queste operazioni paramilitari".

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