Costa, il capo va a march Nba. I naufraghi chiedono più soldi
Il miliardario, sparito dopo il naufragio del Concordia, rispunta alla gara degli Heat. Chiesti danni per 460 milioni di dollari
Era praticamente sparito dopo l'affondamento della Concordia. Nessuno lo aveva più visto. Lo si immaginava chiuso a casa per il dolore. Invece no. Il presidente e amministratore delegato del colosso delle crociere Carnival, partener di Costa, Micky Arison è stato visto a Miami alla partita Nba vinta dagli Heat, la squadra di campionissimi di cui è proprietario, contro i New York Knicks. La prima apparizione in pubblico del 62enne miliardario ovviamente ha sollevato numerose critiche negli Usa: quello che gli si rimprovera è di non essere andato in Italia a seguire personalmente le operazioni di salvataggio. Lui comunque non sembra essersela presa più di tanto: è apparso calmo e a tratti allegro mentre sedeva al suo posto a ridosso del campo nella American Airlines Arena, dietro a un tavolo della stampa. Giacca sportiva e camicia aperta, il numero uno della Carnival ha scambiato poche parole con i suoi vicini e ha lasciato l'impianto appena terminata la gara. I media americani hanno rimproverato a Arison di essere praticamente sparito dopo l'affondamento della Concordia, limitandosi a un messaggio di condoglianze per le vittime e di assicurazione che passeggeri e membri dell'equipaggio avrebbero ricevuto piena assistenza. Richieste di danni milionarie - Intanto una richiesta di risarcimento per 460 milioni di dollari è stata presentata al tribunale di Miami da un gruppo di sei passeggeri della Concordia sopravvissuti al naufragio al Giglio. "Non c'è nessuno che sia uscito illeso da quella nave, che abbiano o no riportato danni fisici, l'ansia, lo stress che hanno vissuto accompagnarà li accompagnerà per sempre" ha dichiarato, si legge sul Miami Herald, Marc Bern, l'avvocato di questi passeggeri. La causa è stata intentata in Florida dove ha la sua sede principale la Carnival, il gruppo americano proprietario di Costa Crociere. Bern, un avvocato di New York, ha spiegato che rappresenta "centinaia" di passeggeri e che, insieme ad un altro studio newyorkese, si starebbe orientando per una serie di cause multiple invece che un'unica class-action. Quella di Miami non è la prima causa presentata negli Stati Uniti per la vicenda della Concordia: giovedì Gary Lobaton, un membro dell'equipaggio peruviano, ha presentato una richiesta di risarcimento di almeno 100 milioni di dollari ad un tribunale di Chicago.