Ruby e Mills, di nuovo guerra tra Berlusconi e le toghe
Caso Rubacuori: Ghedini e Longo lasciano l'aula. Poi ricusano le toghe del processo che riguarda il legale inglese
Caos in aula nel giorno del processo Ruby. Nelle battute inziali dell'udienza del processo a carico di Silvio Berlusconi, gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo si sono spogliati della toga per poi abbandonare l'aula, nominado due loro sostituti per seguire l'udienza. Motivo della protesta, uno scontro con le toghe della Quarta Sezione penale sul calendario delle udienze. Successivamente si è appreso che la difesa di Berlusconi è pronta a ricusare i giudici di un altro processo, quello relativo al legale inglese David Mills: nell'arco di poche ore si riapre su due fronti la guerra tra il Cavaliere e la magistratura. Problemi di calendario - I legali dell'ex presidente del consiglio avevano chiesto ai giudici di annullare l'udienza già in calendario lunedì prossimo, 30 gennaio, e di rinviare quella già in agenda per il 10 febbraio perché Berlusconi dovrà comparire davanti al gup che celebra l'udienza preliminare del procedimento sul assaggio di mano dell'intercettazione tra Piero Fassino e Giovanni Consorte durante la mancata scalata alla Bnl, mentre il 10 febbraio i legali dell'ex capo del governo saranno impegnati a mettere a punto l'arringa difensiva da pronunciare il giorno immediatamente successivo nell'aula del processo Mills. Il collegio presieduto da Giulia Turri, però, non ha fornito una risposta nel merito, limitandosi a dire che la questione verrà affrontata a fine udienza. A quel punto Ghedini ha lasciato l'aula. Quindi le piccate dichiarazioni del legale-deputato: "Siamo indignati. E' intollerabile il modo in cui viene trattata la difesa berlusconi a Milano. Non è questo il modo di trattare gli avvocati". Istanza di ricusazione - Dopo la protesta in aula del processo Ruby, le novità relative al procedimento che coinvolge Mills. La difesa di Silvio Berlusconi è pronta a ricusare i giudici del processo in cui l'ex premier è imputato per corruzione in atti giudiziari. Nelle ultime ore Niccolò Ghedini e Piero Longo stanno preparando un'istanza di ricusazione nei confronti del collegiod della Decima sezione penale del Tribunale di Milano, davanti alla quale è in corso il processo. L'istanza metterebbe a rischio la sentenza. La regola, infatti, in questi casi prevede che il processo prosegua fino al momento in cui i giudici si devono ritirare in camera di consiglio per emettere il verdetto. Un'altra conseguenza dell'istanza di ricusazione è il blocco dei termini di prescirzione. La 'pax' infranta - Lo strappo avvenuto nell'aula del processo Ruby e l'istanza di ricusazone a cui lavorano i legali del Cav sono due coincidenze significative poiché avvenute nell'arco di pochi minuti. I fatti possono anche essere lette in una sorta di controluce politica. Il passo indietro di Silvio Berlusconi del novembre 2011, quando ha lasciato la presidenza del Consiglio al governo tecnico di Mario Monti, era coincisa anche con una sorta di tregua giudiziaria: era calato il clamore mediatico relativo ai processi a carico dell'ex permier e, in parallelo, si era abbassato il tenore delle dichiarazioni di Berlusconi e dei suoi legali contro la magistratura. Si trattava di una sorta di patto, ovviamente non scritto, al quale avrebbero lavorato il presidente del Pdl e il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, nei colloqui che avevano preceduto il "passo indietro". Ma oggi, con la crisi di consensi che il Pdl è costretto a fronteggiare, le urne non paiono più così lontane. In parallelo prosegue il lavoro delle toghe ai fianchi del Cavaliere. E in un contesto politico che sembra mutare, la prima mossa di Berlusconi è stata quella di tornare all'attacco della magistratura, 'contravvenendo' a quella pax con Napolitano e Monti che forse non è più così indispensabile.