Tra Pellicce, iPad e navigatori ecco un Parlamento di ladri
A Montecitorio rubano pure le penne. La leghista disperata per la collana da 3 mln di euro. E i deputati ci marciavano...
Un parlamento di ladri. No, non si tratta di una nuova tagliente campagna anti-casta ma della pura e semplice descrizione dei fatti. A Montecitorio - da anni - è emergenza furti. Le cifre: sono stati 30 nel 2009, 33 nel 2010 e 26 nel 2011. I ladri realizzano i loro colpi nelle zone più frequentate della Camera, come il Transatlantico, il cortile o i divanetti dei corridoi. Gettonatissimo anche il bagno delle deputate e gli uffici delle commissioni. Il bottino? Ipad (l'oggetto più sgraffignato), agende, portafoglio, gioielli, pellicce. L'ultimo colpo in ordine cronologico di un certo rilievo è quello che ha visto suo malgrado come protagonista la leghista Paola Gosis. Aveva lasciato la sua borsa blu su un divanetto perché era suonata la chiama, "e sono corsa dentro a votare". Quando è tornata, dalla borsa, non era sparito nemmeno un foglio, ma una collana del valore di 3mila euro. La Gosis era disperata "perché non mi rimborserà nemmeno l'assicurazione, e questo è uno scandalo". I falsi rimborsi - Già, perché dopo il moltiplicarsi dei furti l'assicurazione che offriva la Camera ha cambiato le condizioni. Prima, infatti, veniva rimborsato tutto. C'era però qualche onorevole ancor più furbetto degli altri che ci marciava e denunciava la scomparsa di oggetti mai rubati e nemmeno posseduti. Così ora vengono rimborsati soltanto gli oggetti rubati in posti controllati, come il guardaroba, e per un importo fino ai 600 euro: i 3mila euro della collana della Gosis, s'intende, sforano di brutto il tetto del rimborso. A complicare il controllo anche il fatto che, a Montecitorio, ogni giorno entrano più di 500 persone tra giornalisti accreditati, funzionari, commessi, impiegati e altri collaboratori del parlamentari. Il navigatore da barca - Tra i colpi più incredibili, riporta il Fatto Quotidiano, va segnalato quello di un navigatore satellitare da barca. Anche i giubbotti di cachemire vanno per la maggiore. Ma sono i cappotti in generale a fare gola. Alcuni deputati del Pdl ne sanno qualcosa. Paolo Bonaiuti, per esempio, aveva lasciato il capo - "quello blu a cui tenevo un sacco" - su una sedia: pochi secondi dopo non c'era più. Simile la sorte del cappotto di Gianfranco Rotondi, con l'aggravante: nelle tasche aveva anche le chiavi di casa. Ma il colpo più grosso di tutti è quello che ha subito l'ex deputata dell'Ulivo, Elisa Pozza Tasca, a cui sgraffignarono un visone color crema del valore di 8mila euro.