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Aiuto, arriva il nuovo mostro Vendola e Di Pietro insieme

L'abbracco tra Nichi e Tonino: "Insieme per costruire il polo alternativo". Poi a Bersani: "Con noi ma subito primarie"

Andrea Tempestini
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L'inquietante foto di Vasto, che ritraeva il trio Bersani-Vendola-Di Pietro, pare ormai appartenere a un'altra epoca. Ma Italia dei Valori e Sinistra e Libertà non vogliono rassegnarsi. In vista delle prossime elezioni politiche, Di Pietro e Vendola siglano l'appello congiunto: "L'Italia chiede al centrosinistra di aprire subito il suo cantiere e di cominciare a scrivere le sue carte", ha spiegato Vendola nella conferenza stampa congiunta con Tonino. Obiettivo dichiarato: ridare slancio all'alternativa al centrodestra. In sostanza vogliono creare un nuovo mostro: una sorta di fusione, metà Vendola e metà Di Pietro, dove coinvolgere anche il Partito Democratico. Nel cantiere, sottolinea il governatore della Puglia, "è necessario che ci siano i partiti come Sel e Idv, ma speriamo anche che ci sia il Pd". Per Di Pietro "è tempo di ripartire perché bisogna dare al paese un governo politico, che sia nel 2012 o nel 2013, mese più o mese meno, arriverà il momento in cui i cittadini democraticamente potranno scegliere a chi dare fiducia. E lo facciamo oggi con cuore più rasserenato perché abbiamo letto dichiarazioni importanti di Bersani", ha spiegato riferendosi a un'intervista apparsa sull'Unità. Le alleanze - Anche secondo Vendola l'intervista del segretario Pd all'Unità segna "la riapertura di un dialogo importante". Insomma, quella foto di Vasto non è forse così lontana. In questi mesi però l'allontanamento reciproco dei tre partiti è stato tangibile. "Da  Vasto, nonostante i pochi mesi, ci separa un'epoca intera", ha sottolineato Vendola. Ma quella foto "non è la foto di una coalizione compiuta, una coalizione ha bisogno di più forze e non solo politiche, ma anche dell'ossigeno della società civile", ha aggiunto Nichi concedendosi i consueti eccessi retorici. Per tornare allo spirito di Vasto si riparte dunque dall'asse Sel-Idv. "Con Di Pietro noi siamo un pezzo della speranza in un'Italia migliore. Oggi questa speranza deve diventare politica, programmi, un cantiere aperto", ha continuato Vendola abbracciando Tonino (viene da chiedersi quale sia la matrice politica che li unisce). E ancora: "Non ho mai detto 'mai con Casini' - ha spiegato Vendola -, ma non voglio neppure essere io oggetto di un veto. Si può fare l'alleanza progressisti-moderati se non è un suicidio per i progressisti e un incoronamento dei moderati", ha chiosato prospettando imporbabili ammucchiate elettorali. Sarà guerra al Pd - Nella stessa scia le dichiarazioni di Di Pietro: "Vogliamo costruire un polo alternativo, una coalizione di governo, non un polo di testimonianza". Quindi le frasi dirette a Bersani e al Pd: "Condividiamo con Bersani la strategia di un'alleanza di centrosinistra aperta ad aletre forze che ci vogliono stare, quella di Vasto "è una foto da allargare, non da restringere". POi subito i primi paletti: "Voglio che nella stesura del programma siano coinvolte tutte le forze che ci stanno - ha sottolineato - a partire però da ricette che coniughino solidarietà e sviluppo, equità e giustizia". Poi si parlerà di leader dell'alleanza, ovviamente scelto con primarie "trasparenti e partecipate, non funzionali agli apparati di partito", ha chiarito Di Pietro rivangando le ceneri del fuoco che ha ustionato in diverse occasioni il Pd, il fuoco delle primarie. In quel caso, "l'Idv potrà esprimere una propria candidatura, ma potrebbe anche, se necessario, appoggiarne un'altra". Non ha dubbi neppure Vendola. "Ho fatto voto di non parlare più di primarie...", ha scherzato, "mi limito a dire che quando il popolo ha tolto lo scettro dei candidati alle nomenklature c'è stata la svolta alle amministrative". Il nuovo mostro Vendola-Di Pietro si prepara già a fare battaglia contro il teorico alleato democratico.

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