Casini apre al Cav e scarica Fini: "Non ti voglio più"
L'Udc frena sulla nascita di un partitone di centro con Fli. E Bocchino chiede ai suoi di superare la quota del 5 per cento
Come è messo male Gianfranco Fini... Cacciato dal Pdl, insultato dalla Lega e ora inascoltato da Pier Ferdinando Casini. Il presidente della Camera ha mandato avanti il suo braccio destro Italo Bocchino per chiedere più spazio all'interno del Terzo Polo. Ma la risposta è stata picche. Se ne riparla, con tanto di preoccupazione all'interno dei futuristi. Prima vediamo come vanno le amministrative, ci contiamo - hanno fatto sapere dall'Udc - e poi si vede. Ovviamente i centristi hanno gioco facile a fare la voce grossa: sono già più strutturati e, soprattutto, incassano mediamente più del 6% alle elezioni. Mentre Futuro e Libertà non si è mai contata: i sondaggi la danno intorno al 3%, ma la realtà potrebbe essere molto diversa. Ecco perché i dirigenti del partito di Fini hanno pensato bene di spronare i coordinatori regionali con una specie di ultimatum: se userete il simbolo di Fli non potete non arrivare al 5%, pena la rimozione. Detto così, dicono i militanti e dirigenti locali futuristi, può essere anche un buon incentivo per darsi da fare e aumentare i consensi. Certo è che, se venisse applicato alla lettera il diktat, Bocchino rischierebbe una rivolta dentro il neonato partito. Anche perché - sostengono sempre i tesserati - «non potremmo accettare l'ipotesi B, ovvero lista civica se si pensa di prendere poco per non “sporcare” il simbolo». Ma come - spiegano - «noi ci autofinanziamo e viviamo di ideali, praticamente. E solo l'utilizzo del marchio inventato da Fini può permetterci di guadagnare qualche voto in più, perché siamo quasi tutti neofiti della politica, non abbiamo un passato da spendere per convincere gli elettori a votarci». Ricapitolando, Fini vorrebbe presentarsi da Casini col 5% in mano e battere i pugni sul tavolo del Terzo Polo. Una tattica che il leader centrista ha già subodorato e astutamente dribblato. I fatti, secondo la ricostruzione dell'agenzia TmNews, sono questi: venerdì scorso il presidente della Camera ha “inviato” Bocchino da Casini e Lorenzo Cesa per discutere della grana Lombardo in Sicilia, delle prospettive del Terzo Polo, delle amministrative e in vista delle prossime Politiche. Il messaggio recapitato dal vicepresidente di Fli, riferiscono fonti centriste, suona più o meno così: fateci capire se credete ancora nella prospettiva del Terzo Polo, se avete intenzione di dar vita fin da subito a un percorso unitario, oppure ciascuna forza prenderà atto della situazione. La riunione, riferiscono le stesse fonti all'agenzia TmNews, si è conclusa con una tregua. Restano le divisioni: Fini vorrebbe da subito creare un unico soggetto, da testare già dalle amministrative. Un «partito della Nazione» che, fra l'altro, eviti a Fli, Udc, Api di correre separatamente e quindi di contarsi. Casini però preferirebbe attendere le elezioni, pesare i voti e, solo dopo, pensare di dar vita a un unico soggetto politico. Futuro e libertà, se la trattativa con l'Udc non dovesse decollare, avrebbe davanti due strade. Il primo scenario prevede una scelta “minimalista”, quella di correre alle amministrative facendo leva su molte liste civiche, evitando la presentazione del simbolo in ogni centro chiamato alle urne. Per questo il vertice del partito ha già invitato i responsabili regionali a far richiesta formale nel caso in cui si intenda presentare il simbolo. Con una clausola pesante: Chi non ottiene il 5% dei voti rimette il mandato di coordinatore. L'altra strada prevede che sia Fini a forzare la mano entro marzo. Lanciando la sfida all'Udc, pubblicamente, magari nel corso di un evento organizzato proprio per “incastrare” Casini. Peccato che il leader centrista - da maestro dei “due forni” - stia anche trattando addirittura con Berlusconi per la nascita di un Ppe italiano. E senza Fini. Insomma, l'effetto Monti è arrivato anche al Terzo Polo. Niente resterà come prima dopo i Professori. di Giuliano Zulin