Cerca
Logo
Cerca
+

Per Monti è caduta voti: fiducia con solo 469 sì

Milleproroghe, alla Camera si registra un tangibile calo di consensi per il governo dei tecnici. All'insediamento di novembre raccolse 556 sì

Andrea Tempestini
  • a
  • a
  • a

La Camera dei deputati ha votato la fiducia al decreto Milleproroghe: 469 i sì, 74 i no. Cinque in totale gli astenuti. A favore del governo Monti hanno votato Pdl, Pd e Terzo Polo; contro Idv e Lega. Il voto finale sul provvedimento è previsto per martedì prossimo. Successivamente il decreto passerà all'esame del Senato. Dal voto, però, emerge un tangibile calo dei consensi in aula per il governo Monti: nel voto di fiducia del 18 novembre, in occasione dell'insediamento, i sì furono 556, mentre il 16 dicembre furono 495. Oggi l'asticella è stata fissata a quota 469. La strategia del Cavaliere Il videocommento di Pietro Senaldi su LiberoTv Alfano: "Ordinaria amministrazione" - Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, non ravvisa alcun messaggio politico nel numero più basso di voti di fiducia ottenuti da Monti sul Milleproroghe. Il segretario ha spiegato: "Oggi era un voto di ordinaria amministrazione e il dato sulla fiducia era praticamente scontato. Siamo dell'idea - ha aggiunto - di sostenere il governo finchè ha uno scopo, che è quello per cui è nato, ovvero portare l'Italia fuori dalla crisi, che è globale". Parole che riecheggiano quelle pronunciate poco prima da Silvio Berlusconi, che ha spiegato che "non faremo cadere il governo". Novità sulle pensioni - Il decreto approvato introduce la norma a tutela dei pensionandi esodati e precoci, che potranno andare in pensione secondo le norme vigenti prima della manovra di dicembre: la copertura della novità arriverà da un aumento del prezzo delle sigarette. Per quel che riguarda gli esodati, se il licenziamento sulla base di "elementi certi ed oggettivi" si è verificato prima del 31 dicembre 2011 viene riconosciuto l'accesso alla pensione in base al vecchio regime. Il lavoratore deve però anche aver maturato i requisiti che, "in base alla previgente disciplina pensionistica, avrebbero comportato il conseguimento del trattamento medesimo entro un periodo non superiore a 24 mesi" dall'entrata in vigore del nuovo regime pensionistico. Nel dettaglio, la copertura ammonta a 240 milioni di euro per il 2013, a 630 milioni per il 2014, a 1,04 miliardi per il 2015, a 1,220 miliardi per il 2016, a 1,030 miliardi per il 2017, a 610 milioni di euro per il 2018 e a 300 milioni per il 2019. Lavoratori precoci - Per i lavoratori precoci il decreto elimina le penalizzazioni previste dalla riforma Fornero nei confronti dei dipendenti che raggiungono i nuovi requisiti contributivi ma intendono ritirarsi dal lavoro prima di aver compiuto 62 anni di età. I lavoratori dovranno però aver maturato il necessario requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017 "includendo i periodi di astensione obbligatoria per maternità, per l'assolvimento degli obblighi di leva, per infortunio, per malattia e di cassa integrazione guadagni". La copertura delle maggiori spese pensionistiche viene assicurata da un aumento delle accise sui tabacchi che verrà stabilito dai Monopoli di Stato.

Dai blog