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Il Fmi alla Cancelliera Merkel: "Cambiare il ruolo della Bce"

L'allarme del Fondo: "L'Italia non può farcela da sola". Una risposta al governo di Berlino che prosegue nella sua politica di chiusura

Andrea Tempestini
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"L'Italia non può farcela da sola". La sentenza è del Fondo monetario internazionale, che promuove le manovre del governo Monti ma spazza via l'ottimismo poiché, spiega, i risultati delle misure varate nel corso degli ultimi mesi "non daranno pieni frutti fino all'anno prossimo" e perché, aggiunge, le autorità del Vecchio Continente devono mollare su qualcosa (ruolo della Bce e fondo salva stati in primis): un nuovo messaggio rivolto ad Angela Merkel e alla sua politica della chiusura sulle misure che potrebbero condurre alla salvezza dell'euro. Inoltre secondo il Fiscal monitor diffuso dal Fmi ci si avvia versa un'Europa a due velocità, dove la parte 'lenta' sarebbe quella costituita dal tandem Italia e Spagna, paesi in recessione. La fetta 'sana' del Vecchio Continente, invece, sarebbe quella di Germania e Francia, che insieme al Regno Unito continueranno a crescere. In cifre, l'Eurozona è destinata a entrare in una fase di "lieve recessione" nel 2012, con una flessione pari allo 0,5 per cento. La crescita tornerà nel 2013, al ritmo di 0,8 punti percentuali. La Cina e l'Asia - Secondo il bollettino del Fmi a fare da traino alla crescita globale sarà ancora l'Asia, poiché "la ripresa globale è minacciata dalle sempre maggiori tensioni che si registrano nell'Eurozona e da elementi di fragilità in altre parti del mondo". Nel dettaglio, nel 2012 l'economia mondiale crescerà del 3,3% contro le previsioni di crescita che indicavano il 4 per cento. La parte del leone la farà la Cina, in crescita di 8,2 punti percentuali, che diventeranno 8,8 nel 2013. La crisi italiana - "Purchè continuino a seguire i percorsi tracciati di risanamento dei conti, Italia e Spagna devono poter prendere a prestito fondi a basso costo" sottolinea il direttore delle ricerche del Fondo monetario internazionale, Olivier Blanchard, a dimostrazione che il Belpaese preoccupa ancora poiché la riduzione del deficit non è, ad oggi, sufficiente ad abbattere il debito. Il disavanzo è infatto in calo dal 3,9% del Pil nel 2011 al 2,8% nel 2012 e al 2,3% nel 2013, ma per lo stock complessivo di debito la situazione resta complessa: dal 121,4% del Pil dell'anno scorso al 125,3% previsto per quest'anno al 126,6% messo in preventivo per il 2013. Secondo il Fondo monetario internazionale, insomma, "l'Italia non può farcela da sola": la frase è stata pronunciata dal direttore del Dipartimento degli affari di bilancio del Fmi, Carlo Cottarelli, che ha sottolineato come sia assolutamente necessario rafforzare il sistema anticrisi a livello europeo. Resta comunque positivo il giudizio sull'operato del governo: "In Italia il pacchetto di provvedimenti approvati a dicembre - recita la nota del Fmi - aumenterà di 1,2 punti percentuali di Pil il consolidamento fiscale previsto per il 2012-2014, facendo seguito alle misure già varate in luglio e settembre (e che si traducevano in uno sforzo fiscale pari a 3,25 punti percentuali del Pil per il 2012 e di 1,25 per il 2013 rispettivamente), abbastanza da porre il budget su una linea di pareggio, al netto degli aggiustamenti ciclici, per il prossimo anno". Il ruolo della Bce - Ma le revisioni sulla crescita sono al ribasso per tutta l'Eurozona, in particolare per "l'aumento dei rendimenti dei titoli sovrani, agli effetti sull'economia reale del deleveraging delle banche e all'impatto delle nuove misure di consoldiamento fiscale annunciate". E in questo contesto secondo il Fmi diventa cruciale "rompere il ciclo vizioso tra crescita insufficiente, posizioni fiscali in peggioramento e bilanci delle banche sempre più deboli che rischia di portare a un periodo prolungato di deflazione, sia a livello di asset sia di prezzi al consumo". Il Fondo sottolinea come la risposta alla crisi deve prevedere in primo luogo un coinvolgimento sempre più marcato della Banca centrale europea, dalla quale il fondo chiede "un tempestivo e aggiuntivo taglio del costo del denaro sempre in considerazione del suo mandato sulla stabilità dei prezzi". Infine, "la Bce dovrebbe proseguire a fornire liquidità e dovrebbe rimanere pienamente impegnata negli acquisti di titoli per aiutare a mantenere la fiducia nell'Eurozona".

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