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E' sempre meno sobrio Monti: "Il Pil salirà dell'11%"

Il prof matto parte seconda: all'Ecofin ribadisce le stime sulla crescita per l'effetto delle liberalizzazioni. Poi in pressing su Esm, Bce e Merkel

Andrea Tempestini
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"Come quantificazioni" dell'impatto delle liberalizzazioni sul Pil, ha spiegato il premier Mario Monti nel corso della conferenza stampa a Bruxelles che ha seguito l'Ecofin, "quella che ho trovato più interessante e meglio argomentata dal punto di vista dell'analisi economica è uno studio della Banca d'Italia del 2009, ma anche l'Ocse sta lavorando a questo". Secondo il documento di via Nazionale, continua il presidente del Consiglio, "nel settore dei servizi abbiamo un margine di profitto che è sensibilmente superiore a quello che si registra nel settore manifatturiero e, se il mark-up nel settore dei servizi fosse abbassato al livello medio che caratterizza la zona euro, questo determinerebbe un aumento nel lungo periodo del Pil dell'11% e di questo metà avrebbe luogo nei primi tre anni". Su tutto questo, ha sottolineato, "è difficilissimo fare previsioni quantitative, ma ci dà l'idea che c'è roba vera". Monti, dopo essere impazzito al cospetto di Lilli Gruber ("Il Pil salirà del 10%", spiegò subito dopo il varo del pacchetto liberalizzazioni) rincara la dosa in Europa. L'aria del Vecchio Continente lo rende oltremodo euforico, tanto che impazzisce di un ulteriore punto percentuale, arrivando a profetizzare una crescita del prodotto interno lordo italiano pari all'11 per cento. Difficile: basta pensare agli effetti della prima manovra del prof, il cosiddetto decreto "salva Italia", che si tradusse in un calo dei consumi pari al 43% nel corso delle ultime vacanze natalizie. Fondo salvastati - L'attenzione del premier si rivolge poi al fondo-salvastati, e spiega che se la dotazione dell'istituto convincerà i mercati, "probabilmente non sarà necessario utilizzarlo". Monti lo ha sottolineato perorando la causa del rafforzamento dell'Esm. "Se gli importi saranno di dimensione tali da renderli credibili per i mercati - ha osservato - è molto probabile che non debbano mai essere sborsati". Monti non ha voluto quantificare l'obiettivo di dotazione del fondo: "Non ho mai indicato nessuna cifra - ha spiegato riferendosi alle notizie riportate dalla stampa tedesca sull'ipotesi di un Esm da mille miliardi -, ma non ho bisogno di confermare nè di smentire perché in quella notizia non è citata la fonte". Su Bce e Germania - Il premier poi rincara sulla possibilità che "si assista a un'evoluzione nel ruolo della Bce". Monti ha risposto così a una domanda sull'ipotesi che l'istituto di Francoforte pssa divenire prestatore di ultima istanza. "Un aspetto importante - ha continuato - ha riguardato una grande operazione di rifinanziamento delle banche condotta dalla bce fra la fine di novembre e l'inizio di dicembre". Il premier si auspica poi anche l'agognato cambio di atteggiamento dal parte della Germania. "La mia percezione è che le valutazioni e le posizioni di tutti quelli che sono in gioco sia suscettibile a cambiamente e ad evoluzione con l'entrata in vigore del fiscal compact". In sostanza, la Merkel, diffidente sul rafforzamento del fondo salva Stati e contraria all'idea della Bce come prestatore di ultima istanza, potrebbe ammorbidire le sue posizioni con l'entrata in vigore del patto di bilancio". Il modo migliore per lasciare evolvere la situazione, ha aggiunto Monti, "credo sia quello di non forzare con dichiarazioni pubbliche".

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