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Altro schiaffo alla Merkel: stavolta glielo dà l'Fmi

Lagarde mette Angela con le spalle al muro: "All'Europa serve più integrazione, eurobond e più soldi all'Esm". Berlino dice ancora no

Giulio Bucchi
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La settimana di Angela Merkel inizia come era finita la scorsa: a suon di ceffoni. Dopo Sarkozy, che ha annullato il vertice trilaterale di Roma, Monti e il premier inglese Cameron beffardi sulle responsabilità della cancelliera tedesca riguardo alla crisi dell'Eurozona, Berlino si prende un altro rimbrotto indiretto, questa volta dal Fondo Monetario Internazionale. Il direttore generale Fmi Christine Lagarde, proprio da Berlino, ha chiesto a gran voce di rafforzare i propri fondi di 500 miliardi di dollari perché in un "mondo globale serve una rete di protezione globale". E visto che nei prossimi anni "le necessità di finanziamento globali saranno di 1.000 miliardi di dollari", ha precisato Lagarde, bisogna fare in fretta. "Non si tratta di salvare un paese o una regione, si tratta di salvare il mondo da una spirale economica recessiva", avverte una preoccupata Lagarde: "Il 2012 deve essere l'anno della guarigione, altrimenti possiamo facilmente scivolare in un momento come quello sperimentato negli Anni 30". "Più a lungo aspettiamo, peggio sarà, l'unica soluzione è avanzare insieme". Quindi basta temporeggiare, anche in Europa. Più integrazione finanziaria - La ricetta per il vecchio continente è la solita: "Più integrazione finanziaria" tra i membri Ue, esattamente il punto su cui nicchia la Merkel. Per "rompere il legame" fra banche e debito sovrano potrebbe servire "nel breve termine una struttura pan-europea in gradi di acquisire partecipazioni dirette nelle banche", spiega il direttore Fmi. "L'Eurozona ha bisogno di maggiore integrazione fiscale: non è possibile mantenere diciassette politiche fiscali completamente indipendenti accanto a una sola politica monetaria". Insomma, il 'fiscal compact' che è stato concordato al vertice europei del dicembre 2011, ha affermato la Lagarde, "va completato con qualche forma di condivisione del rischio, come gli eurobond o da un fondo di rimborso del debito". E poi bisogna intervenire sul fondo salva-stati, l'Esm: "Non dico di raddoppiare, ma serve un aumento delle risorse". Un assist a quella che secondo indiscrezioni tedesche sarebbe stata la proposta di Mario Monti alla Merkel. Che però per bocca del suo portavoce Steffen Seibert fa ancora orecchie da mercante: "Nessun raddoppio a mille miliardi di euro. La nostra proposta - ha spiegato Seibert - rimane quella di anticipare di un anno l'attivazione dell'Esm, anche ridiscutendo i tempi dei versamenti". Con queste posizioni granitiche, l'Europa rimane sul precipizio se è vero, come confermato da Lagarde, che l'Fmi non ha in programma "alcun salvataggio speciale" dell'Eurozona. "Ogni sostegno che forniamo ai paesi dell'area euro deve essere ancorato in un chiaro contesto politico per l'intera area". Proprio quello cui si sta opponendo la Germania.  

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