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Le accuse degli azzurri al Carroccio

Cicchitto: "Il no del Carroccio alla riforma delle pensioni tra le cause della rinuncia di Berlusconi". Lupi: "Non ci ricatteranno"

Matteo Legnani
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"La Lega non ci può attaccare e al tempo stesso darci lezioni. Non ci stiamo a farci dire come fa Bossi quello che dobbiamo fare". Lo afferma il presidente dei deputati Pdl Fabrizio Cicchitto che, in un'intervista a "Il Tempo", aggiunge: "La Lega non se ne può uscire così dopo che tra luglio e ottobre scorsi si è essa di traverso impedendo a Berlusconi di affrontare la riforma delle pensioni dando quindi una risposta efficace a quanto ci chiedeva l'Europa nella lettera di sollecitazione. Le Lega -accusa- si è opposta e ha commesso un grave errore di cui deve essere consapevole. Come pure deve essere consapevole che questo suo atteggiamento è stato una delle cause della crisi del governo". "Su Monti decideremo ad aprile" "Far cadere il governo in Lombardia oltre a irresponsabile sarebbe punito dai cittadini perchè incomprensibile. Oggi la politica viene giudicata sempre più sui fatti e su quello che fa per i cittadini». Lo dice Maurizio Lupi (Pdl) sul diktat di Umberto Bossi ieri a Milano: il Pdl smetta di sostenere Monti o la Lega fa cadere la giunta lombarda di Formigoni. Il vice presidente della Camera parla di minaccia politica "incomprensibile" oltrechè "irresponsabile perchè governiamo nelle tre regioni più importanti del nord: Lombardia, Veneto e Piemonte". Lupi sottolinea che il Pdl non teme la prospettiva che la Lega possa correre da sola al nord: "Temiamo solo che il Pdl e il centrodestra non capiscano che oggi devono rivendicare quanto di buono fatto dal governo Berlusconi e la necessità di rifondare un'alleanza e una proposta politica che parta dalla sussidiarietà e dalla libertà". L'esponente del Pdl vicino a Comunione e liberazione avverte comunque che "non ci facciamo ricattare da nessuno: davanti a noi ci sono ancora sfide affascinanti come il federalismo. Se Bossi facesse altre scelte risulterebbe incomprensibile agli elettori". L'esponente del Pdl esclude che il partito potrebbe far cadere i governatori Zaia e Cota se la Lega facesse saltare la giunta Formigoni. "Il Pdl non ha un'idea politica del ricatto o che pensa al proprio interesse particolare piuttosto che a quello dei cittadini".  "Basta con la logica del ricatto. Non è interesse di nessuno innescare reazioni a catena che metterebbero a rischio diverse amministrazioni del Nord. Abbiamo valutazioni diverse in sede nazionale sul governo Monti, ma in Lombardia, Veneto e Piemonte abbiamo fatto accordi elettorali davanti ai cittadini e abbiamo tutti il dovere di rispettarli". Il presidente della Lombardia Roberto Formigoni commenta così le dichiarazioni di Umberto Bossi, che ieri ha minacciato di far saltare il governatore lombardo se Berlusconi non farà cadere il governo Monti. La possibilità di aprire all'opposizione in Regione "è un' ipotesi che non prendo nemmeno in considerazione perchè non credo alla premessa che la Lega faccia un passo del genere", dice Formigoni. "Andremo avanti insieme con grande forza, lavorando per trovare intese già alle amministrative di primavera, almeno in alcuni posti sensibili come Monza o Como". Sulle indagini che coinvolgono i consiglieri regionali, "le accuse sollevate sono indubbiamente gravi. Per questo - afferma il governatore - sto valutando azioni che possano garantire ancor più trasparenza nell'azione amministrativa. Più che rimpasto voglio lanciare un segnale forte in termini di regole: gli assessori regionali dovranno esserlo a tempo pieno. Chi decide di servire la regione deve svolgere solo attività di governo".

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