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Patroni Griffi: casa al Colosseo Roma, aperta un'inchiesta

Indagine per capire il ruolo del ministro della Funzione pubblica nella vicenda. E in Parlamento annunciata mozione di sfiducia

Matteo Legnani
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Contiene, al momento, alcuni articoli di stampa il fascicolo aperto dalla procura di Roma sull'appartamento a due passi dal Colosseo acquistato dall'attuale ministro della Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi per soli 170mila euro. Il procedimento avviato dal procuratore aggiunto Alberto Caperna è rubricato come 'atti relativi', cioè senza indagati e senza ipotesi di reato. Al nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza è stato dato l'incarico di ricostruire tutta la vicenda che risale alla fine degli anni Ottanta, quando Patroni Griffi, allora componente del Consiglio di Stato che qualificò lo stabile come immobile 'non di pregio', agevolandone così l'affare, ottenne l'affitto dall'Inps di un appartamento in via Monte Oppio. Si trattava di un immobile dell'Inps che, con la norma del 2001 sulle cartolarizzazioni, aveva offerto ai propri inquilini la possibilità di riscattare l'abitazione con uno sconto del 30%, al quale si aggiungeva un ulteriore 13% se la compravendita fosse avvenuta in blocco (cioè riguardante l'intero stabile). Agevolazioni che secondo la legge non avrebbero dovuto riguardare gli immobili di pregio, come era invece considerato quello di via Monte Oppio. ma i 40 inquilini non si erano rassegnati ed erano ricorsi al tribunale amministrativo regionale. A difendere le loro ragioni, l'avvocato Carlo Malinconico, l'ex sottosegretario che tre giorni fa si è dimesso per lo scandalo delle vacanze pagate sa un imprenditore della "cricca" del G8. Il Tar aveva dato ragione alle 40 famiglie, l'Inps aveva a sua volta fatto ricorso al Consiglio di Stato, dove Patroni griffi era presidente di sezione, e i pretendenti (nel luglio 2005) erano riusciti a spuntarla, acquistando l'immobile come "non di pregio". Ovviamente il ministro si era astenuto dal giudizio, ma non è da escludere che la presenza del suo nome tra i ricorrenti abbia avuto un peso. L'obiettivo è studiare le motivazioni che portarono il Consiglio di Stato a prendere quella decisione, per capire se si sia trattato di un fatto sconveniente o se ci siano gli estremi per parlare di un reato. La condanna a Patroni Griffi è intanto già arrivata dal Parlamento, dove è stata annunciata una mozione di sfiducia nei confronti del responsabile per la Funzione publica.  

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