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Le toghe col doppio stipendio Ventitrè incarichi nel governo

I giudici del Consiglio di Stato e del Tar sono fuori ruolo ma vengono retribuiti ugualmente. E guadagnano per gli extra

Lucia Esposito
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E' una Casta meno conosciuta ma certamente potente e gaudente. Non hanno nomi e facce conosciute, eppure prendeono doppi, a volte tripli stipendi e siedono su poltrone strategiche. Repubblica ne ha contati 23: sono tutti magistrati che hanno incarichi nel governo. Il primo è Antonio Catricalà, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, amico di Gianni Letta, piace al Pd e anche a Casini. Presidente di sezione del Consiglio di Stato ma fuori ruolo per i suoi incarichi esterni, il giudice gode dello stipendio anche se non lavora. Lui dichiara di percepire per il doppio incarcio 25mila euro netti all'anno. Caro Lucrezio Monticelli, capo di gabinetto al ministero dell'Ambiente, dichiara invece 148mila euro annui di extrta. Altri dichiarano 70mila euro, altri 80mila.Un esercito silenzioso che accumula stipendi. Il consigliere di Stato è obbligato a fare da consulente al governo. E' un magistrato e consiglia e, in questa tornata governativa - scrive Repubblica - il magistrato è stato anche chiamato a trasformarsi in politico. Tra loro c'è Filippo Patroni Griffi che ha scelto come consigliere Roberto Garofoli che è il suo capo di gabinetto che sava con D'Alema agli Esteri. La lista è lunghissima: tra i consiglieri di Stato pagati anche per il loro incarico estra ci sono Antonio Malaschini che è sottosegretario al ministero per i rapporti col Parlamento. Giuseppe Ghiné che è capo dell'Ufficio legislativo delle Finanze, Vincenzo Fortunato (ex magistrato del Tar) che è capo di Gabinetto del ministero dell'Economia.    

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