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I partiti non riescono a capirlo: se resta il Porcellum saran guai

Referndum elettorale, la decisione della Consulta lascia tutto uguale. Ma rischia di essere una sconfitta: sono pronti i forconi

Giulio Bucchi
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Quesiti bocciati, abbiamo capito: ma se il massimo che si ottiene è una rissa con Di Pietro, allora i forconi arriveranno comunque. È inutile che i grandi partiti si mettano a polemizzare tanto per riempire il vuoto: il problema è il vuoto, quello che sinora non hanno fatto - parlo della legge elettorale - per la semplice ragione che non vorrebbero farlo mai. Porcellum forever. Ma dovranno rassegnarsi: o lo fanno sparire o spariranno loro, anche se molti spariranno proprio perché sparirà il Porcellum: ma non poteva durare per sempre. La cosa più normale l'ha detta Franco Frattini, incredibile: «La sostanza è politica e certo non tecnica, bisogna fare un accordo per una nuova legge che rispetti il rapporto tra cittadini ed eletti». Perfetto: anche se non va dimenticato, al punto in cui siamo, che ogni «faremo» e «vedremo» è una nuova badilata di terra che va a seppellire un'intera classe politica. Quindi occhio. Il Porcellum è indifendibile, punto: e non per le firme raccolte, non perché lo dice Di Pietro o Parisi: ma nonostante lo dicano loro. Il riflesso condizionato che porta a ribaltare le tesi dell'avversario, questa volta, non scatterà. C'è da trasformare il giudizio della Consulta in una vittoria politica che non c'è: per ora c'è una sconfitta per tutti, e c'è, soprattutto, un'altra spada di Damocle sul loro onorevole cranio. di Filippo Facci

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