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Liberalizzazioni, Cdm il 19: bozza su luce, benzina, notai

Nel mirino non solo i taxi: il governo ha pronti gli interventi anche su farmacie, gas, autostrade e saldi

Giulio Bucchi
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Si terrà il 19 gennaio prossimo il Consiglio dei ministri che darà il via ufficiale al testo sulle liberalizzazioni. Lo si apprende da fonti vicine a Palazzo Chigi. Il premier Mario Monti e il ministro dello Sviluppo Corrado Passera, quindi, procedono spediti nonostante le violentissime proteste dei tassisti e quelle dei farmacisti, due tra le categorie più colpite dalle riforme. Di seguito l'articolo di Tommaso Montesano La mattina a Montecitorio per riferire sugli incontri europei e illustrare la strategia italiana in vista dei prossimi appuntamenti a Bruxelles. Il resto della giornata alle prese con il decreto sulle liberalizzazioni, di cui da ieri circola una bozza. Un testo che oggi Mario Monti presenterà nel dettaglio alle forze politiche che sostengono il governo: a Palazzo Chigi sono attesi Angelino Alfano (Pdl), Pier Ferdinando Casini (Udc) e Pier Luigi Bersani (Pd). Sul tavolo, l'agenda dell'esecutivo: liberalizzazioni, appunto, ma anche mercato del lavoro e riforme. «In varie occasioni, vorrei il contributo del Parlamento per formulare le proposte italiane sulla crescita», è la richiesta che il presidente del Consiglio rivolge ai gruppi parlamentari intervenendo alla Camera. Sulle misure per la crescita i lavori sono ancora in corso. E il decreto potrà cambiare. Ma, intanto, c'è una base di partenza: una bozza di 28 articoli che spaziano dalle tariffe autostradali alle licenze dei taxi passando per spiagge, saldi, tariffe di gas e luce, notai, farmacie e regolamentazione dei farmaci di fascia C. Il via libera al testo, nonostante il consiglio dei Ministri convocato per oggi, è previsto la prossima settimana (il 19 gennaio). Il governo conferma l'intenzione di voler procedere a 360 gradi, con misure che scatenano le proteste delle categorie. Dal gennaio 2013, le tariffe autostradali saranno definite con il criterio del price cap, ossia l'individuazione di un prezzo massimo inferiore a quello praticato in monopolio non regolato. Quanto ai taxi, le licenze saranno rilasciate dall'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, che potrà decidere quante concederne. Novità anche per i pubblici esercizi: i commercianti, infatti, potranno decidere in autonomia il periodo nel quale effettuare sconti, saldi o vendite straordinarie. Aumenta il numero delle farmacie. In base alla bozza, ce ne dovrà essere una ogni tremila abitanti. Nelle Regioni con un numero di farmacie inferiore al fabbisogno stimato, i farmaci di fascia C potranno essere venduti anche negli esercizi commerciali. Rivoluzione in vista per i professionisti: entro il 30 giugno 2013 due concorsi pubblici porteranno alla nomina di mille notai. Per le categorie professionali, saranno abolite le tariffe minime e massime. Confermate le novità sulle pompe di benzina: i benzinai potranno decidere di acquistare i carburanti presso i grossisti meno cari, anche se non hanno il marchio a cui l'impianto fa riferimento. La concessione delle spiagge avverrà con gara pubblica. E in tre mesi, assicura il governo, saranno riviste e ampliate le condizioni per avere tariffe agevolate di gas naturale ed energia elettrica. Negative le reazioni delle categorie chiamate in causa dal decreto. In prima fila ci sono i tassisti, che hanno già ricevuto la solidarietà del Pdl. Mentre i napoletani hanno giocato d'anticipo invadendo piazza del Plebiscito con uno sciopero a oltranza, si preparano alla mobilitazione anche i loro colleghi di Milano aderenti all'Unione artigiani. A Roma, intanto, per un'ora ieri è andata in scena una protesta senza preavviso davanti alla stazione Termini.  Disagi anche all'aeroporto di Fiumicino. Oggi il bis con un presidio davanti a Palazzo Chigi. L'Autorità di garanzia sugli scioperi, però, boccia la serrata nazionale indetta per il 23 gennaio: «Non è legittimo un blocco totale del servizio». Nel caso in cui la protesta dovesse tenersi comunque, l'authority ha «l'obbligo di intervenire con i poteri che la legge le attribuisce». I duri del movimento, però, confermano il fermo spalleggiati da Umberto Bossi: «Le liberalizzazioni sono troppo forzate. Ad esempio sui taxi, che per tanti anni hanno lavorato con difficoltà e sottopagati». Cauto anche l'ex premier Silvio Berlusconi, che dice «no» alle liberalizzazioni «inutili». Oltre ai tassisti, sul piede di guerra ci sono anche petrolieri e farmacisti. Per l'Unione petrolifera la liberalizzazione della rete di distribuzione carburanti e la separazione tra produzione e distribuzione configurano «un vero e proprio esproprio a danno delle aziende con effetti dirompenti sul sistema petrolifero italiano». Federfarma, invece, giudica «insostenibile dal sistema il numero di farmacie che si andrebbero ad aprire: il 40% in più rispetto al numero attuale». Ed è pronta a valutare «forti iniziative di protesta e mobilitazione» contro la deregulation dei saldi anche Confesercenti. La mattina Monti si è dedicato alla politica europea illustrando le linee lungo le quali si snoderà l'azione italiana: sì alla disciplina di bilancio, ma spazio alla crescita, «condizione indispensabile per garantire la disciplina». Il premier ha annunciato che l'Italia dirà no a un'interpretazione troppo rigida del piano ventennale di dimezzamento del debito pubblico. Nella partita per la definizione delle nuove regole Ue, che Monti spera di chiudere entro il mese per lasciare la Bce le mani più libere, Palazzo Chigi si batterà per evitare nuovi «vincoli». Scopo: non «cadere preda di un formalismo eccessivo». di Tommaso Montesano

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