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Cosentino non va in cella: salvati anche Bossi e Monti

La Camera nega l'arresto del deputato Pdl. Lui: "Ringrazio l'aula, non la Lega". Poi l'annuncio: "Mi dimetto da coordinatore in Campania"

Lucia Esposito
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La Camera ha detto no all'arresto di Nicola Cosentino: 309 nove voti contro 298.  Di chi sono i nove voti di scarto? Una decisione che ha un forte valore poltico soprattutto per gli equililbri interni alla Lega dopo che lunedì scorso Roberto Maroni e i suoi fedelissimi,  prima del voto in giunta di martedì, aveva detto che avrebbe votato per l'arresto di Nicola Cosentino, coordinatore Pdl in Campania, accusato di collusione con la camorra dei casalesi. Bossi ha lasciato ai suoi libertà di coscienza. Ma è evidente che il voto di oggi, giovedì 12 gennaio è una vittoria di Bossi rispetto a Maroni e ai maroniani. Non solo. Mentre il futuro del Carroccio è sempre più incerto, quello di Monti si è salvato con Cosentino.  Berlusconi lo aveva detto senza lasciare spazio a interpretazioni che, se fosse andata male, se avessero votato per l'arresto del suo fedelissimo, lui avrebbe rotto con il governo. Le accuse contro Cosentino: leggi l'ordinanza del Tribunale di Napoli La scheda: chi è Cosentino Cosentino a Belpietro: "Non mi dimetto da coordinatore" Le parole di Cosentino - "Ringrazio il parlamento, non la Lega". Queste le prime parole di Nicola Cosentino dopo il voto che l'ha 'salvato'. "L'esito del voto - ha aggiunto il deputato Pdl - riafferma l'autonomia vera del parlamento rispetto a delle accuse forzate". "Io non sono mai stato sentito dai pm: mi sono sottoposto volontariamente a processo al tribunale di Santa Maria Capua a Vetere e non capisco quale fosse la necessità di un'ulteriore richiesta". Prosegue Cosentino: "Sono vittima di un trattamento ingiusto e di un'aggressione mediatica, politica e in parte giudiziaria". In mattinata, a colloquio con il direttore di Libero Maurizio Belpietro a La Telefonata, aveva annunciato che, contrariamente a quanto uscito sulla stampa, non si sarebbe dimesso dal ruolo di coordinatore del Pdl in Campania comunque fosse andata la votazione a Montecitorio. E dopo il verdetto, la conferma: "Sentirò i vertici del partito in Campania e i vertici nazionali del Pdl". Passano un paio d'ore e, durante la registrazione di Porta a Porta che andrà in onda questa sera su Raiuno annuncia:  "Mi sono recato dal presidente Berlusconi e ho consegnato le mie dimissioni irrevocabili da coordinatore del Pdl della Campania". E ancora: "Se dovesse un tribunale ritenermi  colpevole in primo grado io scomparirò dalla politica, ma non possono  essere ritenute vere le accuse di parte". Entrando poi nel merito delle accuse che gli vengono rivolte, Cosentino ha ricordato di essere stato "per 20 anni all'opposizione in  Campania: ha visto mai la camorra mettersi con uno sfigato che non riesce a fare un centro commerciale? Dal 1996 sono stato sempre candidato al Parlamento in posizione blindata, andavo a chiedere voti ad ambienti criminali? Sono un c...ne?". Rissa leghista - Prima del voto alla Camera, la Lega si è riunita per decidere la linea comune. Roberto Paolini è intervenuto sostenendo che non ci fossero elementi per votare l'arresto, al che il deputato Giampaolo Dozzi ha replicato: "ma ti ha chiamato Berlusconi?".  E si è arrivati alle mani. Berlusconi esulta - Ero convinto che sarebbe andata così, che questa sarebbe stata la decisione del Parlamento che non poteva rinunciare alla tutela di se stesso". Cosi l'ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, parlando con i giornalisti a Montecitorio, commenta l'esito del voto alla Camera che ha negato l'autorizzazione all'arresto del deputato del Pdl, Nicola Cosentino. "Il processo - ha aggiunto Berlusconi - continuerà regolarmente senza intoppi: il parlamentare Cosentino lo affronterà da uomo libero come era giusto che fosse. Quello che è avvenuto oggi - ha proseguito - è la regola in un Paese civile. Nessuno, salvo casi eccezionali, può essere arrestato e tenuto in carcere prima di essere processato".  

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