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Riina, che beffa: il suo ultimo covo stazione dei carabinieri

La villa di Palermo da cui cercò di fuggire il 15 gennaio del 1993 sarà ristrutturata e adibita a caserma delle forze dell'ordine

Andrea Tempestini
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Diciannove anni fa, era il 15 gennaio del 1993, il boss dei boss, Salvatore Riina, veniva catturato dai carabinieri dopo essere aver tentato la fuga da una villa che si trova tutt'oggi all'interno di un residence in via Bernini 54, nel quartiere Uditore di Palermo. Adesso quell'immobile, che fu l'ultimo covo dell'ex capo di Cosa nostra, sarà ristrutturato e adibito a stazione dei carabinieri grazie a un finanziamento di 1.309.064 euro dell'assessorato regionale delle Infrastrutture e della Mobilità. Per raggiungere questo risultato si è fatto ricorso a fondi destinati all'edilizia residenziale pubblica sovvenzionata, reperiti presso la Cassa depositi e prestiti. Chissà come dalla sua cella nel carcere di Opera 'La Bestia' - questo uno dei soprannomi di Riina - avrà preso la notizia. La struttura - Il finanziamento concesso consente anche l'acquisto e la fornitura delle attrezzature necessarie per la completa operatività del presidio, fino a un importo di 50mila euro. Il soggetto attuatore dell'intervento è stato individuato nel Provveditorato interregionale opere pubbliche che ha redatto il progetto esecutivo e che provvederà ad appaltare i lavori. Il decreto sarà consegnato dall'assessore Pier Carmelo Russo al generale Teo Luzi, comandante provinciale dei carabinieri di Palermo, domani alle 11 nella palazzina confiscata e assegnata all'Arma. La struttura, che si trova su un terreno di 1.720 mq, è composta da un piano seminterrato e da uno rialzato, per una superficie coperta di 500 mq. A questa si aggiungono due ulteriori unità abitative, anch'esse confiscate e inserite nell'ambito del medesimo comprensorio: saranno rese fruibili per gli alloggi di servizio del personale. I lavori di ristrutturazione dureranno dodici mesi.

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