Sneijder è una zavorra di lusso L'Inter si chiede che fare di lui
Wesley agita il gruppo e Ranieri: schierarlo significa cambiare modulo e rinunciare ad Alvarez. Ma ne vale davvero la pena?
Wesley Sneijder pare Gastone Paperone (il papero fortunato): è belloccio, ricco, gioca a calcio, c'ha un pezzo di manza come moglie, fa il cavolo che gli pare. Certo, ha pochi capelli, ma il problema è relativo. Wesley Sneijder è l'idolo dei tifosi: arriva a Milano il 29 agosto 2009, stringe la mano a Mourinho, scende in campo nel derby, gioca da fenomeno e i nerazzurri vincono 4-0. Meglio di così. Poi è principale artefice del triplete, che significa eterna riconoscenza da parte di ogni singolo tifoso interista da qui all'implosione dell'universo. Wesley Sneijder da agosto 2011 è un'altra persona: gioca poco, si fa male come i bimbi quando vanno all'oratorio, ha scoperto Twitter e lì passa decisamente più tempo che alla Pinetina, si diverte come (giustamente) fanno i ragazzi della sua età solo che se un guaglione normale prende due consumazioni a 20 euro e per la terza si fa problemi, lui stappa bottiglie che costano assai perché così funziona quando sei pieno di grana. DA 4-4-2 a 4-3-1-2? Wesley Sneijder da un paio di giorni è tornato in gruppo, sta bene, è abile e arruolabile. La cosa fa piacere a mister Ranieri, ma neanche troppo. Nell'ultimo mese (senza l'olandese) il mister romano ha vinto tutto quello che c'era da vincere, ha lanciato il tizio che sembrava una pippa e ora pare un fenomeno (Alvarez), ha virato sullo schema a lui più caro (il 4-4-2), ha rigenerato un gruppo di atleti forti ma un po' su con l'età, è riuscito a far ricredere chi parla di “clan” all'interno dello spogliatoio dell'Inter, ha fatto - in definitiva - un gran lavoro. Ora, per il sor Claudio, è giunto il momento di risolvere il dubbio amletico: cosa fare domenica? Procedere con Alvarez e il 4-4-2 o rinunciare all'argentino e schierare Wes nel 4-3-1-2? Son problemi. A quattro giorni dal fischio d'inizio la sensazione è che l'allenatore abbia seria intenzione di rinunciare al suo fenomeno, forse infastidito dall'atteggiamento dello stesso, protagonista negli ultimi quattro mesi di: una serata con Forlan alla discoteca milanese “Tocqueville” due giorni prima di Novara-Inter 3-1, un'altra serata con Balotelli alla discoteca milanese “The Club”, un tatuaggio posto sul braccio di un amico con successivo viaggio in aereo privato a Utrecht per cenare con un dj, feste natalizie con brindisi e grassi divertimenti a Marrakech. Niente di male, per carità, ma il fatto è che mentre lui si sollazza, gli altri sudano e vincono in campo. Nel frattempo si agita il mercato. Son più o meno tutti convinti: Sneijder a fine stagione lascerà Milano. Per alcuni beninformati potrebbe partire anche subito se arrivasse un'offerta milionaria da parte di un qualsiasi club. Il problema è che di offerte per Sneijder non ce ne sono e l'olandese resterà in nerazzurro bello paciarotto. ALLEGRI E IL CONTRATTO A pochi giorni dal derby son veri e propri dilemmi, ma anche in casa dei cugini rossoneri c'è chi storce il naso. Mister Max Allegri, per esempio, che pensa al match ma anche al suo contratto. I dirigenti del diavolo l'hanno definita «una formalità», ma la verità è che l'ad Galliani offre il rinnovo a due milioni di euro più i premi e il tecnico toscano ne chiede tre netti. La quarta vittoria di fila nella stracittadina potrebbe fare la differenza anche se c'è chi è sicuro che la panca del Milan a giugno sarà di Marco Van Basten comunque vadano le cose. Allegri se ne frega, pensa a Robinho come spalla di Ibra (con Pato nuovamente relegato in panchina) e si gode la difesa, imbattuta in sette delle ultime otto partite. Mica male. Ma son tutte chiacchiere, ché alla gente frega solo di Tevez. Maledetto Tevez, dicci su che sponda del Naviglio vai... di Fabrizio Biasin