Wojtyla nello spot del canone Maglie: Tutto per farci pagare
Polemiche sulla pubblicità Rai: "Un tributo per chi ha un unico credo" con le immagini di Papa Giovanni Paolo II. Guarda il video
Un tributo è un tributo, cari sudditi italiani, se ve lo chiede Beato Wojtyla e il testo che accompagna lo spot della Rai ve lo mostra e rimostra in vita opere e miracoli, e intanto vi dice che pagare il canone è un obbligo, vi converrà crederci, e spaventarvi almeno un po', almeno quanto vi chiede di spaventarvi di lui, dei suoi uomini e delle sue sortite, il capo dell'agenzia delle Entrate, Attilio Befera, in preziosa e rivelatrice intervista con Maurizio Belpietro su Canale 5. Siete tutti minacciati, solo così capirete che il Moloch delle tasse deve essere saziato, e che non c'è spazio per saldi, sconti, detrazioni, riforme, dibattito democratico su quel che è giusto chiedere e che cosa in cambio si deve dare. Inutile prendersela con il governo Monti, a fallire clamorosamente sulle promesse liberali fu il Cav, oggi ci caricano di altre tasse, pardon, tributi, pardon, obblighi, ma non c'è novità. C'è però saturazione, e c'è rabbia, la Rai che esige il suo tributo e non ammette critiche, provare per credere, forse dovrebbe riflettere sul nuovo atteggiamento del tartassato italiano. Dovrebbe sapere che se il suo è considerato il balzello più odioso, spaventare, intimorire, magari addirittura censurare chi onestamente lo scriva, non serve. Tanto più che ci ha pensato proprio il premier Monti a dire che il re è nudo, e proprio in tv, nel salotto del buonismo sinistrorso tanto apprezzato di Fabio Fazio, promettendo iniziative clamorose e imminenti per la Rai, frase che ha evocato altre parole e decisioni, come commissario, privatizzazione, e pazienza se gli esponenti di rilievo del Pdl hanno protestato, tanto questi vanno avanti, e dei limiti del mandato tecnico se ne infischiano. Forse, visto il vuoto pneumatico del Parlamento nell'ottemperare ai propri compiti, fanno perfino bene. Giovanni Paolo II nello spot Rai: il video su LiberoTv Perché gli italiani detestano il canone e lo evadono? Perché si trovano nell'obbligo di pagare un'imposta per mantenere un'emittente che risponde anche a logiche di mercato in misura maggiore rispetto a quel che accade nella maggior parte del resto d'Europa. Secondo un sondaggio svolto su ottomila persone nei mesi scorsi dall'Ifel, il centro studio dell'Anci (Associazione nazionale comuni italiani), il 45,5% degli italiani considera il canone Rai il balzello meno digeribile. L'abbonamento Rai, secondo questo studio, sarebbe addirittura tre volte più detestabile del bollo auto,indicato come tassa più odiosa dal 14,2% degli intervistati. Tutto qui, non è un dato inventato da Libero, e se per tagliare i costi e pareggiare il bilancio, la Rai riduce corrispondenti, inviati, giornali, dunque penalizza l'informazione e diminuisce l'informazione politica, piuttosto che altre trasmissioni di carattere più commerciale, l'opinione avversa degli italiani aumenta. E gli spot aggressivi infastidiscono. Hanno infastidito anche il sonnecchiante mondo politico, in modo trasversale, altro argomento di riflessione. «Quanto è costato alla Rai lo spot per il pagamento del canone con Papa Wojtyla?». Lo chiede il parlamentare Donato Mosella di Alleanza per l'Italia, il Terzo Polo. «Non solo è di dubbio gusto usare le immagini di un Papa beato, probabilmente prossimo alla santità e amato come è Giovanni Paolo II per sponsorizzare il pagamento del canone, ma in un momento di grande crisi economica che colpisce pesantemente anche le casse della televisione di Stato, ci si aspetterebbe un uso maggiore delle risorse interne all'azienda». «Usare le immagini di un Papa amato come Giovanni Paolo II, beato e per giunta in odore di santità, per sponsorizzare il canone Rai - dichiara Antonio Borghesi, vicepresidente dei deputati dell'Italia dei Valori - è una vera e propria strumentalizzazione». Anche Antonio Rusconi e Maria Pia Garavaglia del Partito Democratico sono decisamente contrari: «Il Ministro dello Sviluppo Economico Passera riferisca sull'opportunità della scelta operata dalla Rai di utilizzare l'immagine del Beato Pontefice Giovanni Paolo II per sensibilizzare i cittadini al pagamento di un'imposta che, secondo la rivelazioni di alcuni istituti di ricerca, è ritenuta ingiusta rispetto al servizio reso». Si sta spargendo la voce, o è una nostra impressione? di Maria Giovanna Maglie