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Rai, a febbraio la riforma Monti vuol cacciare la politica

Premier e Passera, pronta la riforma della tv pubblica: più azienda e meno carrozzone. Politica messa all'angolo

Giulio Bucchi
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Febbraio sarà il mese della riforma Rai. Il premier Mario Monti, dopo aver avvisato gli italiani da Fazio a Che tempo che fa, ha avvertito anche il presidente di viale Mazzini Paolo Garimberti. Il prof e il ministro dello Sviluppo Corrado Passera stanno preparando nuove regole di nomina del consiglio di amministrazione e del direttore generale, i cui poteri cambieranno in modo sostanziale e lo renderanno simile ad un amministratore delegato. Una Rai più azienda e meno carrozzone.Cda a dieta - L'0biettivo, senza innescare guerre inutili e controproducenti su tutti i piani, è diminuire il peso dei partiti. Più della governance, spiega Repubblica citando fonti di Palazzo Chigi, si dovrà incidere per separare la politica dall'azienda. Sarà sempre tempo di tagli: al numero dei consiglieri di amministrazione come per l'Agcom, dove i membri si dimezzeranno, da 8 a 4. Il 28 marzo scade il Cda Rai e quello sarà il momento: si parla addirittura di una riduzione da 9 a 3 consiglieri. Supermanager - Al posto del direttore generale, spazio a un supermanager in stile amministratore delegato con amplissimi poteri. Per esempio, non dovrà essere vincolato a rendere conto settimanalmente del suo operato al Consiglio di amministrazione. Sarà anche un modo per mettere all'angolo i partiti, visto che la riforma va nella direzione delle proposte presentate dal Pd e da Alessio Butti del Pdl per istituire la figura dell'amministratore unico. Anche se dal parlamento le reazioni sono già tiepide, per non dire ostili. La riforma Rai, sottolineano i capigruppo Pdl Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto, "non è materia di competenza" del governo tecnico.  

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