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I giudici: non sta così male perciò Mora resta in cella

Le motivazioni del Tribunale del riesame, che ha negato la scarcerazione dell'agente dei vip: sussiste il pericolo di fuga

Matteo Legnani
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  "Allo stato le condizioni di salute di Lele Mora, risultanti dalle relazioni mediche in atti, non appaiono incompatibili con la detenzione carceraria". Lo scrivono i giudici del Tribunale del Riesame di Milano nelle motivazioni del provvedimento con cui, nei giorni scorsi, hanno respinto la richiesta di scarcerazione avanzata dai legali dell'agente dei vip, che si trova nel carcere di Opera dal giugno scorso quando fu arrestato per la bancarotta fraudolenta di una delle sue società la LM Management. Insofferente alla legge - Nel ricostruire il profilo dell'agente dei vip, i giudici spiegano che "si è e sempre dimostrato insofferente a qualsiasi forma di controllo legale nello svolgimento delle sue attività e nei suoi comportamenti e questo rappresenta un elemento di rischio nel pericolo di fuga". Quanto alla reiterazione del reato, per l'organo della Libertà a concretizzarlo sono le precedenti condanne di Mora e "l'utilizzo di società fallite come cosa propria".   Infine, viene fatto anche un cenno alla sorta di catena di S.Antonio lanciata da Mora negli ultimi giorni dell'anno scorso quando fece girare degli sms ai suoi conoscenti chiedendo un versamento sul suo conto. Il tentativo di costituire questo comitato a suo favore "appare più un elemento difensivo che un ravvedimento".

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