Pansa: il Pd non può lasciare tutto il potere a Renzi
Servono dei contrappesi, altrimenti il sindaco rischia di voler fare tutto da solo. Danneggiando il suo partito e il Paese
A pensar male si fa peccato, ma non si sbaglia quasi mai. Aveva ragione mia nonna Caterina, povera e analfabeta, nel raccomandarmi di non dimenticare questa massima. Me ne sono reso conto nell'osservare le mosse iniziali di Matteo Renzi come segretario del Pd. Prima ancora che trionfasse alle primarie, battendo Gianni Cuperlo e Giuseppe Civati, l'avevo maltrattato in un'intervista a Panorama. Qualche amico mi ha rimproverato di essere stato troppo cattivo. Ma ho compreso di non aver sbagliato quando ho visto spuntare nella carta stampata elogi a bizzeffe per il giovane leader democratico. Credo appartenga a questa categoria un libro appena uscito da Giunti, editore fiorentino. Scritto da due giornalisti, Alberto Ferrarese e Silvia Ognibene, ha un titolo invitante: “Matteo il Conquistatore. La vera storia di un'ascesa politica”. Me lo sono comprato, poi l'ho letto. E cosa ho imparato sul conto di Renzi? Non molto, per la verità. I dettagli più interessanti riguardano l'uomo Renzi. Dorme poco, anche soltanto cinque ore. Va a letto tardi e si alza presto. Nelle ore che la gente normale dedica al sonno, Renzi scrive libri, prende appunti, guarda un po'di televisione. Per recuperare, soprattutto quando deve spostarsi da una città all'altra, si appisola in auto o in treno per qualche minuto: tanto gli basta per ritrovare le energie. E ancora. Ha sostituito gli occhiali da vista con lenti a contatto. Vuole un abbronzatura che duri dodici mesi all'anno, e fa ricorso alla lampada per evitare gli strati di cerone alla Berlusconi. Va abitualmente a correre. E non manca mai a una gara podistica, cosicché molti chili di ciccia sono spariti. Il ciuffo alla Bobby Solo è stato rimpiazzato da un taglio corto ben curato che incornicia il viso e la rasatura è perfetta. Leggi il Bestiario integrale di Giampaolo Pansa su Libero in edicola domenica 22 dicembre