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L'ultima moda dei vip:non ti hanno violentato?Allora non sei nessuno...

Lapo Elkann, Nina Moric, Madonna

Da Lapo a Nina Moric, passando per Madonna: piovono le confessioni choc dei famosi

Andrea Tempestini
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Avendo un'età sufficiente, ho avuto modo di sperimentare gli ultimi scampoli di quell'abitudine molto comoda che era l'autostop. A 14 anni un tizio su una 128 blu mi diede un passaggio, spostamento da 15 km. Quasi a destinazione, il tizio, 35-40 anni, grandi baffoni, mi mise una mano sulla patta. Mi prese un colpo ma gli afferrai il polso, gli rimisi la mano sul volante:  «Si fermi pure qui, sono arrivato». Lui rimase lì, tutto rosso, si sarebbe liquefatto. Chi se ne frega, dite? Bene. Bravi. È esattamente quello che pensai allora e che penso ora.   Ma noi non siamo vip, e non abbiamo neppure un animo artistico. Perché l'ultima tendenza, l'ultima moda che dilaga tra i personaggi famosi, è quella di scovare, nel buio della propria anima,  qualche storia di abusi sessuali subiti, decenni fa, e denunciarla. Con coraggio, e debito  risalto. L'outing di Lapo Elkann ha fatto - davvero - il giro del mondo. Il 18 ottobre ha confidato su una pagina del Fatto a Beatrice Borromeo (sua cognata e si presuppone sua amica, non c'è niente di male) il dramma vissuto a 13 anni «in collegio dai gesuiti». «Cose capitate a me e ad altri ragazzi. Parlo di abusi fisici. Sessuali». Cose che «riescono a conficcarti il male dentro». E lasciamo stare che, forse per il peso del ricordo, ha sbagliato location di tanto orrore: ma se uno è sconvolto, è sconvolto. I gesuiti non hanno avuto la minima difficoltà a smentire che Lapo abbia mai studiato in un loro collegio in Italia e nemmeno all'estero. Pare fosse in un'altra scuola in Francia.  Lapo poi ha messo in collegamento gli abusi e il suicidio del suo miglior amico «che è stato con me in collegio 10 anni e ha vissuto quello che ho vissuto io, si è ammazzato un anno e mezzo fa». Certo, avrebbe anche potuto farsi accompagnare in qualche Procura dagli amici del Fatto, che hanno diverse entrature, e denunciare il tutto. Ma deve essere stata una dimenticanza. Mentre stavamo tutti lì impietriti a chiederci sarà vero, e povero Lapo, ecco che è arrivata un'altra rivelazione. Scioccante, ovviamente. Questa volta a confessarsi è stata la Balconata d'Italia, Maria Grazia Cucinotta. Senza nascondere la rabbia che prova ancora, ha ricordato: «Quando avevo vent'anni a Parigi ho subito un tentato stupro» da un energumeno che aveva cercato di spogliarla per strada. Anche qui nei dettagli c'è stata qualche sbavatura. Il bruto ha tentato di strapparle la maglietta, un toppino leggero? No, la felpa. Uno degli indumenti più instrappabili. Deve essere da quel momento che Maria Grazia ha deciso di esibire il suo meraviglioso décolleté, come arma per tenere lontani i maniaci sessuali. Ma come mai proprio adesso, perché hanno deciso di rompere un silenzio tanto doloroso dopo tanto tempo? La Cucinotta, che casualmente ha appena firmato una capsule collection (non so cosa voglia dire) d'abbigliamento, dice: voglio aiutare altre donne vittime di abusi a tornare ad una vita normale. Combinazione, la stessa motivazione di Lapo: «Voglio aiutare chi ha passato quello che ho passato io». A dare il là alla nuova tendenza è stata una grande, Madonna. Ai primi di ottobre,  sulle pagine di Harper's Bazar (ognuno ha la sua ribalta) ha ricordato che nei primi tempi a New York era stata dura: prima subì una rapina, più tardi, coltello alla gola, fu portata su un tetto e stuprata. Almeno ci ha risparmiato qualsiasi nobile intento all'uscita pubblica e  tutto sommato il suo racconto è il più credibile. Ad alzare il tiro ci ha pensato Nina Moric, l'ex signora Corona. Ieri pomeriggio ha scelto l'ambientazione più discreta, le telecamere, e ha tirato fuori il suo grumo nero tenuto dentro per 30 anni: «Da bambina sono finita in ospedale perché mio padre mio violentava». E pazienza che, per rafforzare il concetto, Nina sia salita in passerella in tenuta da superpoliziotta sexy.     Ecco, così per dire, ma tra i cosiddetti Vip hanno ancora un senso le parole pudore, riservatezza, stima di sé (e degli altri)? di Pierangelo Maurizio

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