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Pansa: "Vincerà Superman Renzi, e poi non cambierà nulla"

Giampaolo Pansa

Giovane, piacente, cattivo quanto basta: il sindaco di Firenze ha tutto per conquistare il Pd. Ma il suo trionfo non risolverà i problemi del Paese

Giulio Bucchi
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«Non so se il ventennio di Berlusconi sia chiuso oppure  no. M'interessa di più sapere se l'Italia avrà un futuro. Ci vogliono riforme incisive e coraggiose. Innovazioni radicali. Una rinnovata cultura politica. Dobbiamo rompere le situazioni che si sono cristallizzate negli anni. Spaccare le corporazioni. Distruggere le lobby. Sfasciare i monopoli. Arginare la macchina burocratica amministrativa. Affrontare la questione del rapporto tra leadership e democrazia. E poi c'è il Partito democratico da cambiare.  Bisognerà dargli un nuovo assetto organizzativo. Consultando e coinvolgendo le persone che hanno votato alle primarie. Non chiamandole a votare per il leader ogni quattro anni...».  Secondo una eccellente giornalista del Corriere della sera, Maria Teresa Meli, che di solito non sbaglia, questa è appena una parte del programma politico di Matteo Renzi. Il candidato segretario del Pd che ieri a Bari ha aperto la propria campagna elettorale per le primarie dell'8 dicembre. Nel leggere questa sarabanda di impegni, mi è tornato in mente un tizio della mia città che nei bar vantava la propria indiscutibile capacità di risolvere qualsiasi problema. Era un bonaccione un tantino strambo che si era meritato un soprannome: «Fatutto», ossia faccio tutto io. Si offriva in cambio di un piccolo onorario e rafforzava muro, sistemava una scala, riparava una bicicletta. Quando comparvero i primi televisori, giurava di saper collocare le antenne su qualunque tetto. Ma in un giorno d'inverno coperto di gelo, scivolò da un terzo piano e morì. In fondo era la versione monferrina di una macchietta milanese: il Ghe pensi mi. Leggi il Bestiario integrale di Giampaolo Pansa su Libero in edicola domenica 13 ottobre  

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