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Facci bastona i radical-chic:il liceo bruciato dai "segati"E ora che cosa avete da dire?

Filippo Facci visto dal nostro Vasinca

Non sono stati i "cattivissimi" omofobi di destra a dare fuoco al Socrate di Roma, ma studenti bocciati. Una bravata per nulla politica...

Andrea Tempestini
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Ammazzano la moglie e il primo sospettato è sempre il marito, bruciano la scuola e i primi sospettati, dite voi, chi sono? Risposta: le battaglie contro l'omofobia. È quello che accade quando si punta direttamente al retroscena, quando l'abitudine alla strumentalizzazione politica crea storture mentali.  Sabato scorso - l'avrete letto - è andato a fuoco il liceo Socrate nella Garbatella, a Roma: almeno otto le aule distrutte, devastato soprattutto il primo piano, i pompieri che sono intervenuti in fretta ma non hanno potuto impedire dei danni per centinaia di migliaia di euro e una certa preoccupazione per la ripresa scolastica di settembre. Chi è stato? Dei piromani, di sicuro: hanno trovato tracce di fiammiferi, di benzina, e poi delle uova lanciate contro il portone d'ingresso. Un atto di dileggio. Di chi? Perché? Ecco, da sabato mattina è partita una sfilza di dichiarazioni che riporteremo solo in minima parte. Già il Corriere.it, in apertura di articolo, la metteva così: «Altri sostengono che possa trattarsi dell'ennesimo atto punitivo contro un liceo i cui studenti si sono distinti per i loro lavori contro l'omofobia». L'Unità: «È l'istituto scolastico dove tempo fa erano comparse scritte contro gli omosessuali». Il Messaggero, lunedì, non demorde: «La ricostruzione della polizia per il momento sembra dire che dietro il rogo ci fosse qualcosa di più di una vendetta per una bocciatura. Una matrice politica che potrebbe anche aver convinto più di uno studente ad organizzarsi». Beh, perlomeno l'ipotesi degli studenti viene presa in considerazione, tanto che si ipotizza «un misto tra ragioni personali e una matrice politica» da parte di un diciassettenne «simpatizzante ma non iscritto a Lotta Studentesca, l'organizzazione giovanile di Forza Nuova», e te pareva.  Però Vincenzo Rudi, il dirigente scolastico del liceo, dice subito che all'ipotesi dello studente lui non crede: «Abbiamo una media di studenti bocciati molto bassa, decisamente inferiore rispetto a quella di altri istituti... Alla maturità poi non è stato respinto nessuno». Tesi interessante: promuovere a giugno serve a prevenire gli incendi. Ma poi, a proposito di incendi, ecco prorompere i politici. Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti: «Colpendo il liceo Socrate si cerca di attaccare un simbolo che si è distinto per iniziative contro l'omofobia». Pare saperla lunga, Zingaretti: del resto suo fratello è il commissario Montalbano. Il vicepresidente della Regione, Massimiliano Smeriglio, è un po' più generico: «Ero preoccupato per gli atti omofobi, ma, parliamoci chiaro, questa è criminalità». Forse, anche lui, sa qualcosa che noi non sappiamo. Il ministro dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, parla invece di «atto vergognoso che colpisce un istituto che si è distinto per iniziative a favore della legalità e della convivenza civile». Insomma, parrebbe esserci un nesso con l'omofobia: così capiamo noi e chiunque. Anche le frasi del sindaco, Ignazio Marino, sono sulla stessa falsariga e le tralasciamo. Non riportiamo neanche l'opinione dei vari studenti politicizzati, usi a vedere apocalissi dappertutto: nelle loro dichiarazioni si accenna variamente ad «atto intimidatorio contro le lotte studentesche», «atto di terrorismo», «attentato spaventoso e criminale». Il finale già lo sapete, o lo avete già capito. È andata così: sabato alcuni ragazzi se ne sono andati al mare a Torvajanica e si sono sbronzati; nel delirio è sbocciata l'idea della zingarata idiota («diamo fuoco alla scuola») e hanno fatto una colletta per comprare una tanica di benzina. All'alba sono entrati tranquillamente dalla porta basculante del liceo, in quattro, e pensavano - questo dicono - di incendiare solo dei banchi, di fare un po' di casino. Particolare molto politico: tre dei partecipanti erano stati bocciati (uno, maggiorenne, era alla seconda volta) mentre un quarto invece no, era semplicemente scemo. E ieri i quattro hanno deciso di costituirsi, accompagnati dai genitori. I giornali (online) hanno ammesso che l'omofobia non c'entra un accidente. E i politici hanno fatto quello che avrebbero dovuto fare prima: tacere. di Filippo Facci @FilippoFacci1

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