La Regina Elisabetta ha un problema: i funerali delle donne che odia
Voleva disertare quello di Diana (Blair la convinse all'ultimo). Ora, costretta ad andare alle esequie della Thatcher, si vendica gettando veleno su Maggie
di Selvaggia Lucarelli D'accordo. Non è che i sessantun' anni di regno siano stati un pomeriggio ai giardinetti. Non è che in sessantun' anni di cerimonie soporifere e cene ufficiali con ministri svedesi già brilli all'antipasto, la Regina Elisabetta non abbia avuto i suoi problemi. Contestazioni assortite. Malumori dei sudditi. Qualche guaio diplomatico. Le gaffes del marito. Il nipotino Harry che va alla festa con la svastica sul braccio pensando che sia un simbolo tribale. Una nuora che si faceva ciucciare l'alluce come un bastone di liquerizia. L'altra nuora che infilava gli amanti nel bagagliaio come ombrelloni da spiaggia e il figlio Carlo che sognava di essere il Tampax di Camilla (che poi è una cosa più vicina all'horror che all'erotismo). Problemi, certo. Ma nulla in confronto a quella che è ormai palesemente la vera maledizione per l'arzilla ottantasettenne regina Madre: i funerali. È preparata a tutto, Elisabetta. Ha il piglio e la freddezza per risolvere qualsiasi magagna, ma quando c'è un funerale importante, di quelli per cui il Paese si ferma, lei non sa cosa fare. Le è capitato due volte: in occasione di quello di Lady Diana, e ora, con quello (imminente) della Thachter. Due funerali, va detto, che potendo avrebbe evitato con la scusa di una riunione Avon sulla tenuta del fard in polvere fissata da tempo. Due funerali in cui la faccia compunta era e sarà dovuta più alla calza contenitiva che tira sul pollice, che al dolore della perdita. Due funerali che la costringono a uscire da quel tedioso, rigido protocollo che ha sempre amato almeno quanto quei cappellini alla Pinina Garavaglia sotto acido e fare quello che il popolo si aspetta da una regina e, soprattutto, quello che lei si aspetta con rigore dai suoi discendenti: fare quelle cose che ogni sovrano fa, magari tappandosi il naso e aderendo non solo al protocollo ufficiale ma anche a quello d'empatia col popolo o, più semplicemente, a quello del buon senso. Aspettò giorni, la regina, prima di spendere due parole per Lady Diana. Tonnellate di fiori marcivano ai piedi del cancello di Buckingham Palace e lei sorseggiava tè verde, sperando che l'emotività del popolo si stemperasse. Quando capì che se non avesse finto partecipazione al dolore, i sudditi sarebbero andati a prenderla col forcone, disse che «Diana era una donna eccezionale». A distanza di anni, la morte di Margaret Thachter, la donna che disse di detestare cordialmente, «l'ha resa triste», afferma. E la rende ancora più triste, si mormora, l'idea che per il funerale della Lady di ferro, ci siano cortei e onori militari. Potendo, si sarebbe risparmiata pure il funerale, che tanto non era nel protocollo. S'è arresa dopo un incontro tra rappresentanti del Palazzo reale e quelli di Downing Street, che devono essersi detti qualcosa come «Al funerale viene mezzo mondo e la regina che fa, spolvera gli arazzi ?». E poi insomma, per il funerale di un altro primo ministro che lasciò il segno, Churchill, si scomodò, e a quello della Thachter, la donna che nel bene e nel male, ha fatto un pezzo di storia del Paese, non va? Ergo, obtorto collo, la regina andrà. Probabilmente durante l'omelia infilerà le cuffiette e ascolterà le ultime sulla Premier League come Fantozzi durante la proiezione della corazzata Potemkin, ma suo malgrado presenzierà. E suo malgrado ci saranno la funzione solenne, i settecento militari, i cortei, la cattedrale di St Paul e tutto quello che il protocollo, l'etichetta, la forma, prevede. Quella forma che tanto ama e che ha sempre imposto, durante il suo regno anaffettivo, a figli e nipoti. E qui sta il punto. Sta stretta solo alla regina la forma, perché quando si tratta e s'è trattato di ricordare a Kate che l'orlo della gonna era troppo corta, che Camilla era una scelta inappropriata, che le foto della principessa in bikini non si pubblicano, che quando si tossisce si mette al mano davanti alla bocca, non si dice Buon appetito e il nocciolo dell'oliva taggiasca si sputa nel tovagliolo, ha sempre sfoderato l'inflessibilità di Kim Jong-un. E ne ha provocata di infelicità, la sua intransigenza. Le sue etichette obsolete. Nel frattempo, sul piano diplomatico, il funerale della Thachter, sta scivolando nel grottesco. Il presidente dell'Argentina Cristina Kirchner non viene invitata e si preoccupa di specificare «Tanto non sarei venuta», come se anziché per le Falkland lei e la Thachter avessero litigato per l'ultimo 37 di Jimmy Choo in saldo. Gorbaciov sta poco bene, idem Nancy Reagan. Obama nicchia ma di questo passo dirà che Michelle ha le sue cose. L'ex leader laburista Neil Kinnock ha addirittura un altro funerale in Galles, roba che due funerali al giorno non ce l'hanno neppure le pompe funebri. Berlusconi vorrebbe partecipare ma può andare solo Monti perché il funerale è a numero chiuso e riservato solo alle autorità, ma poi si scopre che è invitato pure il conduttore di un programma sui motori, Top Gear, Jeremy Clarkson. Che povero Silvio, è un po' come se ai funerali di un nostro ex presidente dicessimo: Guido Meda sì, Tony Blair no. E mentre l'Inghilterra anti-Thachter esulta sulle note de “La strega è morta”, io aspetto di vedere il solito volto tirato e arcigno della Regina madre. Perché secondo me, una strega, in Inghilterra, è ancora viva.